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Home / Approfondimenti / La coronarografia: l’esame per l’aterosclerosi coronarica

La coronarografia: l’esame per l’aterosclerosi coronarica

La coronarografia permette di scegliere la migliore terapia per l’aterosclerosi coronarica: come e quando si esegue, i rischi, la degenza e i possibili scenari.
29 Dicembre 2020
Approfondimenti
coronarografia al cuore

La coronarografia è un'indagine diagnostica invasiva che consente al medico di vedere, utilizzando i raggi X e del mezzo di contrasto, il lume interno delle arterie coronarie, individuando i punti a livello dei quali queste sono eventualmente ristrette o chiuse.

La coronarografia

È un esame indispensabile per scegliere la migliore terapia per l’aterosclerosi coronarica.

coronarografia

La progressione della malattia coronarica è imprevedibile; le placche aterosclerotiche possono rimanere stabili per anni o andare incontro a una rapida crescita con improvvisa comparsa dei sintomi.

Più una placca aterosclerotica è di grosse dimensioni, più è probabile che nel tempo ostruisca il passaggio del sangue causando ischemia.

In ogni caso è comunque importante evitare di arrivare all’occlusione coronarica e quindi all’infarto.

In quest’ottica la coronarografia è l’unico esame che permette una valutazione diretta dell’estensione e della severità della malattia aterosclerotica a livello delle coronarie.

Quando si esegue la coronarografia al cuore

coronarografia quando farla

La coronarografia al cuore è un esame di secondo livello che viene effettuato nei pazienti con i sintomi dell'angina:

  • oppressione o fastidio retrosternale;
  • difficoltà a respirare;
  • dolore irradiato al braccio o alla mandibola,

in cui gli esami preliminari non invasivi come:

  • l'elettrocardiogramma sotto sforzo;
  • la scintigrafia miocardica;
  • la TC coronarica,

indicano il sospetto di una malattia coronarica sottostante come appunto l'ischemia inducibile alla scintigrafia o marcate calcificazioni coronariche alla TC.

Come si esegue la coronarografia

La coronarografia è un esame invasivo che viene effettuata in regime di ricovero e in emodinamica, una speciale sala simil-operatoria adibita all’erogazione di raggi X.

La coronarografia viene eseguita inserendo in una arteria periferica, a livello del polso o dell'inguine, attraverso un ago, un piccolo tubicino, chiamato introduttore, del diametro di circa 2.0-2.5 mm.

Attraverso questo introduttore vengono poi inseriti dei lunghi cateteri che arrivano fino alle coronarie.

I cateteri vengono manovrati dal medico sotto il controllo dei raggi X e, una volta inseriti all’origine delle coronarie, vengono utilizzati per iniettare piccole quantità di mezzo di contrasto (4-6ml) che determinano l’opacizzazione del lume interno delle coronarie.

Una volta completato l’esame sia i cateteri sia l’introduttore vengono rimossi dal paziente e l’arteria utilizzata viene compressa con un bendaggio stretto per alcune ore.

Nel nostro centro l’esame è generalmente condotto dal polso (accesso radiale), mentre l’approccio femorale è limitato ai pochissimi casi in cui l’arteria radiale non sia disponibile, come ad esempio in caso di fistola artero-venosa nei pazienti in dialisi.

I rischi di una coronarografia

La coronarografia è ormai un esame di routine nel nostro centro, dove se ne eseguono più di 3.500 all’anno.

Viene condotta in anestesia locale attraverso la somministrazione di piccole dosi di anestetico sottocute nel punto in cui verrà posizionato l’introduttore.

Il paziente, quindi, rimane sveglio per tutta la durata dell’esame e il dolore è paragonabile a quello di una iniezione intramuscolare.

Per i pazienti con problemi di ansia o poco tolleranti al dolore potrà comunque sempre essere effettuata un’ulteriore sedazione per rendere l’esame il meno traumatico possibile.

La coronarografia è un esame sicuro, i cui rischi sono da mettere in relazione con le condizioni del paziente come un pregresso infarto esteso, più che con la metodica di per sé.

In rarissimi casi il mezzo di contrasto utilizzato durante la procedura può provocare reazioni allergiche, in genere cutanee minori, come orticaria e simili.

Per i pazienti che soffrono di allergie è comunque previsto un protocollo rapido di de-sensibilizzazione con antistaminici e cortisonici.

La degenza

coronarografia degenza

L’esame dura all’incirca 1 ora, anche se la durata effettiva della coronarografia, escludendo cioè il tempo di preparazione della sala e del paziente, è di circa 10-20 minuti.

Una volta rientrati in reparto i pazienti dovranno mantenere il bendaggio compressivo applicato nel sito di puntura per qualche ora.

Allo stesso modo a seconda del tipo di procedura effettuato il paziente dovrà rimanere a letto per circa 2-4 ore in caso di procedura condotta dal polso e qualche ora in più se la procedura è stata condotta dall’inguine.

Il regime di ricovero ha una durata complessiva di 2-3 giorni.

A fine procedura, il medico comunicherà il risultato dell’esame e indicherà i possibili trattamenti in base a:

  • l'estensione della malattia coronarica;
  • la severità della malattia coronarica.

I risultati

Sostanzialmente esistono tre possibili scenari.

  • la coronarografia esclude la presenza di significativi restringimenti coronarici; l’indicazione è pertanto quella di proseguire o iniziare una terapia medica.
  • la coronarografia conferma la presenza di almeno un restringimento coronarico significativo; l’indicazione è pertanto un trattamento mediante angioplastica coronarica.
  • la coronarografia evidenzia una estesa malattia coronarica con restringimenti a carico di tutti o quasi i rami principali; l’indicazione è in questo caso l’intervento di by-pass aorto-coronarico.

Tutte le indicazioni suddette vengono comunque ampiamente discusse e concordate con il paziente che può deciderne modalità di esecuzione e tempistica.

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