Il cheratocono: i sintomi, le cause, la diagnosi e il percorso di cure
Il cheratocono è una patologia non infiammatoria della cornea, che assume la forma di un cono e insorge solitamente nelle persone tra i 10 e i 24 anni di età.
Il cheratocono è una patologia della cornea in cui quest’ultima perde resistenza in maniera progressiva, assottigliandosi e deformandosi fino al raggiungimento di una forma a “cono”.
Lo sfiancamento del tessuto della cornea ne modifica la curvatura, per cui si verifica l’insorgenza di un progressivo astigmatismo irregolare, caratteristica tipica di questo disturbo.
Il cheratocono
Il cheratocono è una patologia cronica ad andamento progressivo, in cui la cornea perde:
- rigidità;
- resistenza.
La cornea, la prima lente naturale dell’occhio, tende ad assottigliarsi e si deforma al centro, assumendo la caratteristica forma conica.
Tale deformazione è dovuta al fatto che le fibre di collagene che compongono la struttura corneale tendono a scivolare le une sulle altre, aumentando la curvatura della cornea e riducendo lo spessore corneale in maniera progressiva.
L’assottigliamento del tessuto corneale colpisce generalmente entrambi gli occhi, ma con diversa entità.
L’esordio e l’evoluzione della malattia, infine, variano da paziente a paziente.
I sintomi del cheratocono
I sintomi del cheratocono sono:
- distorsione delle immagini, astigmatismo irregolare da cheratocono;
- visione confusa;
- fotofobia, aumento della sensibilità alla luce;
- irritazione oculare;
- fastidio verso alcune tipologie di lenti a contatto;
- sdoppiamento della vista anche monoculare.
I sintomi del difetto visivo sono dati da ectasia corneale, ovvero dallo sfiancamento progressivo della cornea.
Nei casi in cui il cheratocono abbia un decorso progressivo accelerato può provocare anche:
- edemi corneali;
- cicatrici corneali.
In questo caso il sintomo associato alla presenza di tessuto cicatriziale sulla cornea è l’opacità della vista.
Le cause del cheratocono
Questa patologia ha insorgenza sporadica nella maggioranza dei casi, ma esistono anche manifestazioni familiari.
Alcune patologie oculari come la retinite pigmentosa hanno una percentuale di manifestazione di cheratocono maggiore rispetto la popolazione generale; come anche sembrano essere fattori di rischio relativi lesioni alla cornea dovute a:
- irritazioni croniche oculari;
- uso prolungato delle lenti a contatto;
- sfregamento vigoroso.
La diagnosi
Il sospetto di cheratocono viene individuato durante una visita oculistica specialistica, in seguito all’insorgenza ad esempio di un nuovo astigmatismo prima non presente in un soggetto giovane.
Gli esami diagnostici prescritti sono:
- la pachimetria corneale, un esame per misurare nello specifico lo spessore della cornea;
- la topografia corneale, in cui si proietta sulla cornea alcuni fasci circolari di luce in grado di mapparne la morfologia.
La cura per il cheratocono
Nelle fasi iniziali del cheratocono si fa ricorso all’uso di occhiali correttivi o lenti a contatto per l’astigmatismo che ne consegue.
La progressione della patologia, tuttavia, obbliga il paziente a cambiare frequentemente i supporti, fino alla prescrizione di lenti a contatto semirigide, studiate proprio per adattarsi alla cornea deforme.
Oltre al trattamento conservativo, attualmente si può ricorrere a:
- Cross Linking corneale;
- trapianto di cornea (nei casi particolarmente gravi e molto evoluti).
Cross Linking corneale
Il Cross Linking è un intervento conservativo, utile nelle fasi iniziali di cheratocono che presenta carattere di progressione.
Ha l’obiettivo di aumentare la connessione fra le fibre di collagene che formano l’impalcatura proteica della cornea, in modo da contrastare e nella maggior parte dei casi arrestare l’evoluzione della patologia.
Questa procedura si svolge in sala operatoria in anestesia topica, ed ha un recupero post-operatorio di pochi giorni, anche se i suoi risultati si riscontrano dopo vari mesi dal trattamento.
Trapianto della cornea
Nei casi avanzati si può intervenire con:
- il trapianto della cornea a tutto spessore (PKP), in questo caso si sostituisce l’intera struttura della cornea degenerata negli 8mm centrali, e si restituisce al paziente acuità visiva migliore, andando a sostituire la parte di cornea più ectasica e con ridotta trasparenza;
- la cheratoplastica lamellare anteriore profonda (DALK), in cui si rimuove la maggior parte dello stroma corneale e si sutura, alla porzione posteriore lasciata integra, una porzione di cornea prelevata anche in questo caso da un donatore.