L’autopalpazione del seno: come si esegue e come riconoscere i noduli
L’autopalpazione del seno è un semplice accorgimento che ogni donna può utilizzare per proteggere meglio la propria salute e individuare in modo più tempestivo anomalie o irregolarità del proprio seno.
Se ci si abitua a conoscere meglio il proprio corpo e a interpretarne gli eventuali cambiamenti, ci si può accorgere prima di eventuali modificazioni, normali o patologiche.
L'autopalpazione del seno
L’autopalpazione del seno va eseguita possibilmente una volta al mese, tra il settimo e il quattordicesimo giorno dall’inizio del ciclo mestruale, quando il seno è più morbido e meno dolorabile e risente meno delle variazioni ormonali che si verificano mensilmente.
Se si è in gravidanza o in menopausa il momento in cui eseguire l’autopalpazione del seno è indifferente.
L’autopalpazione al seno non sostituisce in alcun modo la visita senologica o gli esami strumentali come la mammografia e l’ecografia, che vanno eseguiti annualmente in centri specializzati; tuttavia può aiutare ad identificare prima alterazioni di:
- volume;
- forma;
- consistenza;
- nodularità,
del seno e dei linfonodi ascellari.
Se si riscontrano dei cambiamenti, non bisogna subito allarmarsi: molte nodularità sono infatti di carattere benigno, come le cisti mammarie o i fibroadenomi, e non creano alcun pericolo.
Ma è prudente comunque far valutare questi cambiamenti al proprio medico di famiglia o ad un senologo per ricevere indicazioni corrette riguardo ad eventuali approfondimenti diagnostici o terapie a cui fare ricorso.
Come riconoscere i noduli a seno
L’autopalpazione del seno si inizia mettendosi davanti allo specchio col busto eretto tenendo le braccia dapprima rilassate lungo il corpo e spostandole poi sui fianchi, premendo in modo da contrarre i muscoli pettorali; si deve osservare il seno per notare se ci sono differenze:
- nella forma;
- nel volume;
- se si rilevano deformazioni nel profilo;
- ispessimenti;
- retrazioni;
- modificazioni della cute.
Non è infrequente che le mammelle presentino piccole differenze nell’aspetto o nella consistenza, ma di solito sono simmetriche e con profilo regolare.
Dopo aver osservato con attenzione il seno, piegando il braccio destro dietro la nuca si inizia a palpare la mammella destra usando i polpastrelli della mano sinistra; è possibile così accorgersi di eventuali nodularità delle quali bisognerà apprezzare i contorni e la forma.
Poi si procede alla palpazione del seno sinistro, utilizzando i polpastrelli della mano destra.
È importante esplorare bene con le dita tutta la ghiandola, procedendo in senso orario come se la mammella fosse l’immaginario quadrante di un orologio, non a caso le zone in cui viene diviso il seno sono denominate proprio “quadranti”.
Si può iniziare dalla parte superiore che corrisponde alle ore 12 e poi spostarsi fino a completare il cerchio, senza trascurare la parte centrale con il capezzolo.
La palpazione deve essere estesa anche al cavo ascellare, al fine di individuare eventuali linfonodi ingranditi.
Infine, si completa l’esame spremendo delicatamente il capezzolo tra indice e pollice per verificare possibili secrezioni di cui si osserverà eventualmente il colore:
- ematico;
- giallognolo;
- brunastro;
- limpido,
e la consistenza (densità); ci si può aiutare con un fazzoletto su cui far “strisciare” la secrezione.