Adenoma ipofisario e prolattina: qual è la correlazione?

L’adenoma ipofisario è un tumore benigno della ghiandola ipofisaria, localizzata alla base del cervello.
Quando l’adenoma coinvolge le cellule che producono prolattina, si parla di prolattinoma, la forma più frequente di adenoma funzionante.
La prolattina è un ormone coinvolto principalmente nella regolazione della lattazione, ma livelli eccessivi possono interferire con numerose funzioni endocrine e riproduttive, sia nella donna che nell’uomo.
Adenoma ipofisario e prolattina: quando sospettare un prolattinoma

Il prolattinoma può essere diagnosticato in diverse situazioni cliniche, spesso a partire da sintomi che coinvolgono la sfera sessuale e riproduttiva.
La prolattina alta è il primo campanello d’allarme e può essere rilevata tramite un semplice prelievo di sangue.
Nelle donne, i sintomi più comuni includono:
- amenorrea o irregolarità mestruali;
- galattorrea, ovvero la produzione di latte al di fuori del periodo di allattamento;
- difficoltà a concepire, per inibizione dell’ovulazione.
Negli uomini, invece, la condizione si manifesta più spesso con:
- riduzione della libido e della potenza sessuale;
- infertilità;
- ipogonadismo (calo del testosterone).
In entrambi i sessi, se l’adenoma è voluminoso (macroadenoma), può provocare sintomi da compressione, come cefalea e disturbi visivi dovuti alla compressione del chiasma ottico.
La diagnosi dell’adenoma ipofisario secernente prolattina
Il sospetto clinico nasce da sintomi caratteristici e da un valore elevato di prolattina nel sangue.
Tuttavia, è fondamentale escludere le cause secondarie di iperprolattinemia, come:
- uso di farmaci (ad es. antidepressivi, neurolettici);
- ipotiroidismo non trattato;
- insufficienza renale cronica;
- stress, gravidanza o stimolazione mammaria.
Una volta escluse queste condizioni, si procede con la risonanza magnetica dell’ipofisi con mezzo di contrasto, l’esame più indicato per visualizzare le dimensioni e la sede dell’adenoma.
Terapia e gestione
La prima linea di trattamento del prolattinoma è medica, e si basa sull’uso di dopaminoagonisti, farmaci che riducono la secrezione di prolattina e il volume dell’adenoma.
I più utilizzati sono:
- cabergolina;
- bromocriptina.
Questi farmaci sono altamente efficaci, con la normalizzazione dei livelli di prolattina e la regressione della massa tumorale nella maggior parte dei pazienti.
La chirurgia transnasale (asportazione dell’adenoma per via endoscopica attraverso il naso) viene riservata a:
- pazienti che non tollerano o non rispondono alla terapia farmacologica;
- situazioni in cui l’adenoma comprime in modo importante le strutture nervose e richiede un’azione rapida.
In rari casi, può essere necessario ricorrere alla radioterapia ipofisaria, specialmente in presenza di recidive o adenomi resistenti.
Follow-up e monitoraggio
Una volta stabilizzata la situazione, è fondamentale eseguire un monitoraggio regolare per valutare l’evoluzione clinica e laboratoristica. Il follow-up prevede:
- controlli periodici dei valori di prolattina;
- valutazione clinica di eventuali sintomi correlati;
- risonanze magnetiche ripetute a cadenza annuale o secondo indicazione specialistica.
Nei pazienti che rispondono bene alla terapia e non presentano recidive, è possibile considerare una progressiva sospensione del trattamento farmacologico, con controllo attento dei valori ormonali e ripetizione di esami neuroradiologici.
La diagnosi precoce e un trattamento adeguato permettono nella maggior parte dei casi una completa normalizzazione della funzione ormonale e riproduttiva, oltre a evitare le complicanze legate alla crescita della massa tumorale.