L’annessiectomia: indicazioni, preparazione e tecniche chirurgiche
L'annessiectomia è la rimozione chirurgica di uno o di entrambi gli annessi uterini.
Per comprendere cosa si intende per annessi uterini, è necessario fare un passo indietro e analizzare:
- l'ovaio;
- le tube di Fallopio.
L’ovaio è un organo della pelvi femminile pari e simmetrico, e rappresenta la gonade femminile deputata alla produzione degli ormoni e degli ovociti necessari per la riproduzione.
Le tube di Falloppio, o salpingi, sono canali pari e simmetrici e sono necessari per la captazione e il trasporto dell’ovocita o dell’embrione verso la cavità uterina.
Le ovaie insieme alle tube di Fallopio vengono, appunto, anche denominati “annessi uterini”.
L'annessiectomia
Per annessiectomia:
si intende la rimozione chirurgica di uno o di entrambi gli annessi uterini.
È utile inoltre fare delle distinzioni.
L’ovariectomia, chiamata anche ooforectomia, monolaterale o bilaterale, è invece l’intervento di rimozione solamente di una o entrambe le ovaie.
La salpingectomia, monolaterale o bilaterale, rappresenta invece l’intervento di rimozione di una o di entrambe le tube, senza la rimozione contestuale delle ovaie.
L’istero-annessiectomia, monolaterale o bilaterale, è invece l’intervento di rimozione contestuale dell’utero e degli annessi uterini.
L’annessiectomia monolaterale o bilaterale viene indicata in caso di:
- cancro alle ovaie e alle tube;
- cancro all’endometrio e alla cervice uterina;
- tumore borderline dell’ovaio;
- endometriosi di grave entità, non responsiva a terapia medica;
- formazione ovariche benigne, in assenza di parenchima ovarico sano;
- torsione ovarica;
- dolore pelvico cronico;
- mutazione genetica dei geni BRCA1 e BRCA2.
La mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 aumenta il rischio nella donna di sviluppare diversi tumori, i più frequenti al seno e alle ovaie.
In questo caso l’annessiectomia viene utilizzata a scopo profilattico e deve essere bilaterale.
In pazienti in età fertile l’annessiectomia bilaterale determina sterilità e dà avvio al fenomeno della menopausa precoce.
Preparazione all'intervento
La preparazione all'intervento di annessiectomia richiede, in primo luogo, una visita e valutazione generale della paziente da parte del medico.
Verranno poste domande riguardo:
- la storia familiare, oncologica e non;
- l’anamnesi personale;
- anamnesi fisiologica,
- anamnesi patologica.
Verranno valutate eventuali:
- allergie a farmaci o sostanze;
- malattie croniche;
- terapie farmacologiche in corso;
- i pregressi interventi chirurgici;
- la storia ginecologica della paziente.
Saranno necessari alcuni esami per accertare la candidabilità della paziente all’intervento chirurgico, come:
- le analisi del sangue;
- un elettrocardiogramma;
- radiografia del torace,
per avere un quadro generale sullo stato di salute attuale della paziente.
Alcuni accorgimenti sono fondamentali per la corretta riuscita dell’intervento: verranno comunicati alla paziente prima dell’intervento chirurgico e andranno seguiti con attenzione.
È importante:
- sospendere temporaneamente le terapie che alterano la capacità coagulativa del sangue, a questo proposito sarà il medico a comunicare i farmaci da sospendere;
- presentarsi a digiuno da liquidi e solidi da almeno 8 ore;
- effettuare la pulizia intestinale il giorno prima dell’intervento, se indicato dal medico, sarà proprio il medico a comunicare la procedura e il composto da utilizzare.
- effettuare la profilassi antibiotica se indicato dal medico, sarà sempre il medico a comunicare la procedura e il composto da utilizzare.
Le tecniche chirurgiche
Esistono 2 tecniche principali di annessiectomia:
- per via addominale o laparotomica, open;
- per via laparoscopica, mini-invasiva.
Sarà cura del ginecologo indicare la scelta della tecnica, in base agli eventuali interventi associati da effettuare e alle condizioni generali di salute della paziente.
Entrambi gli interventi richiedono l’anestesia generale per essere eseguiti.
Annessiectomia laparoscopica
Ad oggi la tecnica più utilizzata è l'annessiectomia laparoscopica.
L’annessiectomia laparoscopica è un intervento mini-invasivo in cui si esegue:
- un'incisione a livello ombelicale da 10 mm da cui si inserisce la telecamera;
- ulteriori 3 incisioni da 5 mm - sovrapubico, in fianco destro e sinistro - per l’accesso degli strumenti chirurgici.
Questo tipo di intervento permette:
- una riduzione del dolore post-operatorio;
- minori tempi di recupero;
- riduzione dei tempi di degenza ospedaliera.
Annessiectomia laparotomica
La tecnica laparotomica viene preferita in casi specifici per esempio in caso di cisti ovariche di grandi dimensioni o in caso di necessità oncologiche.
L’annessiectomia per via laparotomica prevede un’incisione verticale, meno frequentemente è quella orizzontale dell’addome.
La lunghezza dell’incisione è variabile e dipende dal tipo di intervento, può essere:
- ombelico-pubica;
- sovraombelico-pubica;
- xifo-pubica.
Questo tipo di intervento comporta una:
- più lenta ripresa postoperatoria;
- una maggiore degenza ospedaliera;
- un aumentato rischio di complicanze post-operatorie come per esempio:
- l’infezione e/o la ritardata guarigione della ferita;
- ritardo nella mobilizzazione della paziente;
- ritardo della canalizzazione intestinale.