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Home / Approfondimenti / Trapianto di cornea lamellare: tipologie, durata e tempi di recupero

Trapianto di cornea lamellare: tipologie, durata e tempi di recupero

Il trapianto di cornea lamellare è indicato quando il cheratocono raggiunge uno stadio non controllabile con terapie come il cross-linking: un'analisi delle tipologie, della durata e dei tempi di recupero.
12 Novembre 2024
Approfondimenti
trapianto di cornea lamellare roma

Il trapianto di cornea lamellare è un intervento chirurgico mininvasivo che prevede la sostituzione di alcuni strati della cornea non più funzionali con degli analoghi acquisiti da un donatore e conservati presso appositi enti, definiti Banche degli Occhi, o, più raramente, con degli analoghi artificiali.

La chirurgia lamellare, al contrario del trapianto di cornea perforante, ha lo scopo di ridurre lo stress dell’occhio e di abbreviare i tempi di recupero per il paziente.

Esistono due tipi di intervento di cornea lamellare:

  • la cheratoplastica lamellare anteriore;
  • la cheratoplastica lamellare posteriore.

La patologia che più di frequente determina la necessità di ricorrere ad una cheratoplastica lamellare anteriore è il cheratocono.

La necessità di una cheratoplastica lamellare posteriore è invece determinata da alterazioni dello strato più interno della cornea, cioè lo strato endoteliale.

Il trapianto di cornea

trapianto di cornea lamellare

La cheratoplastica lamellare prevede la resezione chirurgica ovvero l’asportazione degli strati di cornea danneggiati e la loro sostituzione con strati di cornea prelevati da un donatore o sintetici.

L’innesto richiede, infine, la realizzazione di piccolissimi punti di sutura. Inoltre, essendo minore la porzione di cornea trapiantata, con questo intervento diminuiscono le possibilità di rigetto.

Esistono due tipi di trapianto corneale lamellare anteriore: a cheratoplastica lamellare anteriore profonda prevede la rimozione e sostituzione degli strati corneali esterni e centrali; l’altra tipologia, invece, solo gli strati esterni.

Nei casi di cheratocono viene utilizzata la cheratoplastica lamellare anteriore profonda (DALK).

Nei casi di patologia endoteliale, il trapianto corneale lamellare posteriore può essere effettuato  con due tecniche simili: la DSAEK e la DMEK. Entrambe offrono ottimi risultati funzionali. La seconda, di più recente introduzione, permette un recupero più rapido della qualità visiva.

In tutti i casi, l’intervento viene eseguito in anestesia loco-regionale con iniezione di anestetico nei tessuti in prossimità dell’occhio e risulta essere completamente indolore; i punti di sutura sono, infine, completamente invisibili ad occhio nudo.

Cheratoplastica lamellare anteriore

Il cheratocono è una ectasia della cornea, cioè una distensione patologica del tessuto corneale, che progredisce con il tempo.

A causa di questa problematica la cornea si assottiglia e perde progressivamente resistenza, tendendo ad assumere la caratteristica forma di un cono.

Questa problematica è bilaterale ma si può manifestare a diversi livelli di gravità nei due occhi.

I sintomi del cheratocono includono:

  • fotofobia e irritazione oculare;
  • miopia da cheratocono (visione offuscata);
  • astigmatismo da cheratocono (distorsione della visione);
  • poliopia monoculare (sdoppiamento della vista ad occhi chiusi);
  • irritazione degli occhi;
  • edemi corneali;
  • cicatrici corneali.

Nella maggior parte dei casi di cheratocono lieve e moderato, il trattamento di scelta recentemente emerso è divenuto il cross-linking corneale (CXL), che permette spesso di evitare il trapianto di cornea.

Si tratta di un trattamento parachirurgico minimamente invasivo che si traduce in un "rafforzamento" della cornea, ottenuto dall'azione combinata della vitamina B2 e dei raggi ultravioletti.

È conosciuto anche come "fotodinamica corneale" ed ha lo scopo di aumentare le connessioni e la resistenza tra le fibre, prevenendo così la progressione del cheratocono e, nella maggior parte dei casi, bloccandola.

Tuttavia, nei casi di cheratocono molto avanzato, con spessori della cornea molto ridotti, il trapianto lamellare anteriore resta il trattamento di scelta.

Cheratoplastica lamellare posteriore

L'endotelio corneale è lo strato più interno della cornea ed è costituito da un singolo strato di cellule, che svolgono il ruolo di mantenimento della normale idratazione e della trasparenza corneale.

Queste cellule, tuttavia, hanno uno scarso potere di rigenerarsi dopo una lesione.

Per questo motivo, quando alcune subiscono una lesione, le cellule rimaste cambiano forma, divenendo più grandi, per riempire gli spazi lasciati vuoti da quelle danneggiate.

Nel caso in cui il numero di cellule danneggiate superi la soglia necessaria per mantenere le normali funzioni della cornea, i liquidi filtrano ed imbibiscono la cornea, causando il cosiddetto edema corneale.

Le cause dell'edema corneale sono numerose e, spesso, risultano da processi fisiopatologici differenti.

Tra le principali condizioni causali rientrano:

  • le lesioni di natura traumatica e infiammatoria;
  • l’intervento di cataratta;
  • le patologie distrofico-degenerative.

Distrofia endoteliale di Fuchs

La distrofia endoteliale di Fuchs è una malattia lentamente progressiva che colpisce le cellule endoteliali e che interessa entrambi gli occhi.

In questa patologia le cellule endoteliali vanno incontro a fenomeni di degenerazione che ne compromettono la funzione: l’edema corneale che ne deriva causa compromissione della visione, in genere dopo i 50 anni di età.

I pazienti affetti da distrofia endoteliale di Fuchs provano inizialmente un appannamento della vista che è peggiore al mattino e migliora leggermente nel corso della giornata, visto che l’edema corneale è maggiore al risveglio a causa della mancata evaporazione notturna.

Negli stadi avanzati, tuttavia, la cornea resta opaca tutto il giorno senza miglioramenti.

Il trattamento di questa patologia è rappresentato dal trapianto corneale lamellare posteriore, in cui viene sostituito il solo strato endoteliale ed assicurano un recupero funzionale molto più rapido rispetto a una cheratoplastica perforante convenzionale.

La durata del trapianto di cornea lamellare

Il trapianto di cornea lamellare dura generalmente circa 90 minuti.

A conclusione dei trapianti lamellari posteriori, il chirurgo inietta una piccola bolla d’aria all’interno dell’occhio per permettere l’adesione del lembo trapiantato al resto della cornea, bendando successivamente l’occhio.

Al termine della procedura, il paziente è tenuto sotto osservazione per qualche ora oppure viene ricoverato per una notte.

Al momento della dimissione, l’occhio viene sbendato e, a meno di complicazioni, il paziente può far ritorno a casa con le indicazioni riguardo alla terapia da instillare e ai successivi controlli.

I tempi di recupero del trapianto di cornea lamellare

Dolore e arrossamento dell’occhio si trattano tramite specifici colliri antinfiammatori e anestetici mentre le infezioni sono scongiurate tramite collirio antibiotico.

Dolore e rossore scompaiono entro pochi giorni dall’intervento. In media la prima porzione di punti viene eliminata entro 3 mesi dall’intervento mentre la seconda porzione viene rimossa definitivamente entro un anno e mezzo o due.

Durante il primo anno, infine, il paziente può avere un astigmatismo residuo.

In media la prima porzione di punti viene eliminata entro 3 mesi dall’intervento mentre la seconda porzione viene rimossa definitivamente entro un anno e mezzo o due.

A seguito dell’assestamento della cornea, soprattutto nei casi di trapianto corneale lamellare anteriore, possono comparire difetti visivi come:

  • miopia;
  • ipermetropia;
  • astigmatismo.

Il miglioramento della vista avverrà a livello progressivo e il corretto recupero post-operatorio deve essere preciso e seguire ogni indicazione del medico per prevenire l’insorgenza di problematiche visive.

Nel caso che l’astigmatismo perduri è possibile eliminarlo successivamente tramite chirurgia laser.

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