La laparoisterectomia
La laparoisterectomia, o isterectomia laparotomica o isterectomia totale addominale, è l’intervento di rimozione dell’utero con accesso nella parte inferiore dell’addome.
Contestualmente possono essere effettuate:
- l’ovariectomia, la rimozione delle ovaie;
- la salpingectomia, la delle tube di Falloppio.
È un intervento particolarmente invasivo, pertanto si tende a ricorrere, quando possibile alla colpoisterectomia, che prevede un accesso vaginale meno invasivo: tuttavia, quando quest’ultima procedura presenta delle complicazioni, può essere convertita in corso d’opera in laparoisterectomia.
La laparoisterectomia
La laparoisterectomia è indicata nei casi di:
- fibromi dell'utero voluminosi, quando le terapie farmacologiche risultano inefficaci;
- endometriosi pelvica diffusa;
- tumori maligni dell’utero;
- carcinoma dell’endometrio;
- prolasso uterino, in caso di utero voluminoso;
- lesioni pelviche sospette;
- sanguinamenti imprevedibili e abbondanti.
Quando possibile, l’intervento può essere effettuato:
- con accesso vaginale, la colpoisterectomia;
- con laparoscopio, l'isterectomia laparoscopica,
in alcuni casi permettendo anche la rimozione parziale dell’utero: tuttavia, questo non è sempre possibile ed ogni caso va valutato nella sua specificità.
La laparoisterectomia viene effettuata in anestesia generale, in quanto procedura invasiva, con un accesso trasversale dalla lunghezza di 10 cm.
Una volta creata la zona operativa, si procede con l’asportazione dell’utero e della cervice uterina: dopo questo si procede con la riparazione dei muscoli addominali, la chiusura con sutura dell’accesso e il bendaggio della zona.
L’intervento ha una durata compresa tra 1 e 3 ore: sulla durata incidono la tecnica utilizzata e le operazioni annesse: salpingectomia, ovariectomia o entrambe.
La laparoisterectomia è un intervento particolarmente invasivo: per quanto abbastanza sicuro e consolidato, non è scevro da possibili complicanze, come ogni operazione chirurgica.
Durante l’intervento è possibile che si verifichino:
- emorragie;
- lesioni ad organi vicini;
- lesioni di nervi o cute.
Per quanto siano eventi rari, non vanno comunque ignorati a priori.
Oltre a ciò, dopo l’intervento è possibile che si verifichi:
- disfunzione vescicale, che tende a risolversi dopo alcuni giorni;
- infezioni delle suture;
- reazioni allergiche ai farmaci prescritti;
- infezioni vescicali, vaginali o addominali, che si risolvono con terapia antibiotica;
- occlusione intestinale causata da aderenze (che può richiede un ulteriore intervento);
- trombi.
Quest’ultima condizione, in particolare, deve essere prevenuta dal giorno successivo all’intervento, incentivando la paziente al movimento: è molto importante, anche una volta dimesse, evitare la sedentarietà assoluta e muoversi, evitando comunque sforzi eccessivi.
Il recupero post-operatorio
Essendo un intervento particolarmente invasivo, il recupero post-operatorio è lungo e richiede riposo per le 6 settimane successive all’operazione.
In questo lasso di tempo è fondamentale:
- evitare di sollevare pesi;
- astenersi dall’attività sessuale;
- risposare;
- recarsi ad eventuali visite di controllo.
Il recupero completo, infine, avverrà dopo 3 mesi dall’intervento.
La laparoisterectomia in sé non comporta la menopausa cosiddetta chirurgica: questa è indotta nei casi in cui vengano rimosse le ovaie (ovariectomia).
Detto ciò, la rimozione dell’utero impedisce la gravidanza naturale, in quanto viene a mancare la sede di sviluppo del feto, e arresta il ciclo mestruale.
L’attività sessuale non viene compromessa, salvo nel periodo post-operatorio in cui è necessario restare a riposo ed evitare sforzi.