La torsione ovarica: sintomi, cause, diagnosi e intervento chirurgico
La torsione ovarica è un’emergenza ginecologica in cui si verifica l’avvolgimento parziale o totale del peduncolo ovarico, che causa l’interruzione del flusso sanguigno.
La torsione dell’ovaio si verifica generalmente nelle donne di età compresa tra i 20 e 39 anni, anche se non è raro riscontrarla in età infantile o durante la menopausa.
È un’evenienza che deve essere diagnosticata e trattata il prima possibile, in quanto il mantenimento della condizione porta a ischemia dell’ovaio (riduzione del flusso sanguigno), con conseguente necrosi.
La torsione ovarica
La lunghezza eccessiva del legamento ovarico rappresenta il maggior fattore di rischio per la torsione ovarica.
Altre condizioni che ne favoriscono l’insorgenza sono:
- gravidanza;
- uso di ormoni per stimolare l’ovulazione (per problemi di infertilità);
- ingrossamento dell’ovaio, di solito a causa di tumori benigni o cisti.
Le maggiori probabilità di torsione ovarica si registrano con i tumori benigni piuttosto che con quelli maligni.
Solitamente riguarda un solo lato e interessa solo l’ovaio, anche se talvolta coinvolge anche la tuba di Faloppio.
I sintomi di una torsione ovarica
I sintomi di una torsione ovarica sono:
- forte dolore pelvico, improvviso e laterale, della durata di alcune ore;
- nausea e vomito;
- febbre (nei casi di necrosi ovarica).
Può accadere, infine, che il dolore insorga o cessi a seguito di bruschi movimenti del corpo.
La diagnosi
Al riscontrarsi dei sintomi sopra descritti, che sono purtroppo aspecifici, è necessario eseguire alcuni accertamenti diagnostici, come:
- esame obiettivo;
- emocromo;
- proteina C reattiva e formula leucocitaria, per valutare la presenza di un’infezione o necrosi;
- ecografia pelvica transvaginale;
- ecodoppler dei vasi ovarici, esame che generalmente completa il sospetto diagnostico, in quanto mostra l’assenza di flusso sanguigno;
- laparoscopia esplorativa.
Quest’ultimo esame viene eseguito quando si sospetta ancora la presenza di una torsione, ma l’ecodoppler non mostra l’assenza del flusso, in quanto è possibile sia presente un’ischemia intermittente.
Con la laparoscopia, infine, si può intervenire direttamente sulla torsione, per cui oltre al valore diagnostico, la tecnica in questione risulta essere anche operativa.
L'intervento chirurigico per la torsione ovarica
La torsione ovarica richiede il trattamento chirurgico in urgenza che avviene nella maggior parte dei casi con approccio mininvasivo laparoscopico e può consistere nella:
- detorsione dell’ovaio;
- rimozione dell’ovaio (ovariectomia).
La scelta di uno o dell’altro intervento dipende da una serie di fattori, che non devono essere sottovalutati, come:
- età della paziente;
- la capacità riproduttiva futura;
- la presenza di necrosi (che richiede la rimozione dell’annesso).
Detorsione ovarica in laparoscopia
La detorsione ovarica avviene durante la laparoscopia diagnostica, nelle pazienti in età fertile e che non mostrano necrosi.
Il chirurgo esegue una o più incisioni nell’addome di pochi millimetri, in cui inserisce una sonda a fibre ottiche (laparoscopio) e degli appositi strumenti con cui cerca di detorcere l’ovaio ed eventualmente la tuba di Faloppio.
Ovariectomia
Si ricorre all’ovariectomia per la torsione ovarica nei casi in cui la paziente:
- non sia più in età fertile;
- sia in età fertile, ma si sia già verificata la necrosi.
Nelle donne in menopausa, onde evitare ulteriori torsioni di questi organi, si può prendere in considerazione la salpingo-ovariectomia bilaterale, ovvero la rimozione di entrambe le ovaie e delle tube di Faloppio.
L’intervento può essere eseguito con accesso:
- laparotomico (più invasivo);
- vaginale;
- laparoscopico.
Si tende a preferire tra le 3, quando possibile, la tecnica laparoscopica, in quanto trattamento meno invasivo rispetto agli altri due: purtroppo, però, non può essere eseguita in tutte le pazienti.