Il sinus pilonidalis: cause, sintomi e intervento chirurgico
Il Sinus Pilonidalis, meglio conosciuto come cisti o fistola sacrococcigea o fistola pilonidale, è una cavità pseudocistica che si sviluppa nel sottocutaneo della regione sacrococcigea a seguito della formazione di un granuloma.
Il sinus pilonidalis
La fistola si crea tra lo strato adiposo e la fascia muscolare e, nella maggior parte dei casi, il sinus pilonidalis contiene ciuffi di peli.
Per questo motivo è più frequente nei maschi giovani, tra i 20 e i 25 anni d’età, con peluria ben rappresentata.
Le cause del sinus pilonidalis
Si suppone che lo sfregamento delle natiche sui tessuti possa determinare un incarnamento dei peli, che favoriscono l’insorgenza del sinus pilonidalis.
Alle volte però può essere anche congenita.
Una volta formata, la cisti si può infiammare e per questo si riempie di pus che necessita di una via d'uscita: a questo proposito, si formerà un canale di comunicazione, la fistola, generalmente nei pressi dell’ano per la fuoriuscita del contenuto infetto.
I sintomi
La sintomatologia del sinus pilonidalis è variabile in base alla fase della malattia pilonidale; avremo:
- cisti pilonidale, la fase iniziale, in cui il paziente lamenta un leggero dolore e si evidenzia un piccolo rigonfiamento (tumefazione) in regione sacro-coccigea;
- ascesso pilonidale, la fase infiammatoria, in cui si viene a formare pus. Questa si manifesta con l’aumento di dimensioni della tumefazione e l’esacerbazione del dolore che diventa intollerabile, la cute che sovrasta la tumefazione risulta fortemente arrossata;
- fistola pilonidale, la fase finale, in cui si viene a creare una canale per la fuoriuscita del pus dalla cavità cistica ascessualizzata attraverso il solco intergluteo. Il pus fuoriesce ad intermittenza o continuamente.
In alcuni casi, il sinus pilonidalis può essere accompagnato da febbre.
La cura del sinus pilonidalis
Una volta sviluppato l’ascesso, è necessario un piccolo intervento chirurgico di incisione per il drenaggio del liquido purulento.
Il drenaggio, comunque, non risolve completamente il problema, presentando spesso recidive, in quanto non viene asportata la cisti.
Successivamente sarà necessario programmare l'asportazione chirurgia della cisti, comprendente anche i tramiti fistolosi.
La ferita viene generalmente lasciata aperta, e guarisce per seconda intenzione; non si accostano i lembi cutanei con i punti, ma si lascia guarire lentamente dalla profondità alla superficie.
Questa tecnica è quella che consente un minor rischio di recidiva.