Emicrania cronica: sintomi, cause, diagnosi e percorso terapeutico
L’emicrania cronica è una condizione neurologica caratterizzata da crisi emicraniche per più di 15 giorni al mese da almeno 3 mesi.
È proprio sulla base della frequenza che è possibile distinguere l’emicrania in episodica, quando le crisi emicraniche sono occasionali, e, appunto, cronica quando si realizzano crisi emicraniche per più di 15 giorni al mese da almeno 3 mesi.
È un disturbo che ha una prevalenza maggiore nelle donne, che hanno una probabilità tre volte maggiore di soffrirne, rispetto agli uomini.
Questo tipo di mal di testa contribuisce a deteriorare sensibilmente la qualità di vita di una persona, per cui è indispensabile un corretto inquadramento da parte di medici specialisti, al fine di prospettare interventi terapeutici specifici e mirati.
L'emicrania cronica
Una crisi emicranica si presenta con un dolore intenso, che può essere pulsante, è solitamente unilaterale, più frequentemente frontale o esteso alle tempie e peggiora con l’attività fisica.
Nel corso dell’attacco doloroso possono essere presenti nausea, vomito, intolleranza a luce e rumori.
Sebbene i sintomi siano variabili a seconda del soggetto, una crisi emicranica può durare da alcune ore fino anche alcuni giorni.
Alcuni soggetti che soffrono di una particolare forma di emicrania, l'emicrania con aura, presentano, prima dell’insorgenza del dolore, alcuni sintomi del tutto transitori, come:
- formicolio a una gamba o a un braccio;
- visione di lampi di luce.
I sintomi di una crisi emicranica
- dolore intenso alla testa (unilaterale o concentrato su più punti);
- nausea e vomito;
- fotofobia;
- fonofobia (sensibilità aumentata ai suoni);
- difficoltà visive (annebbiamento della vista in uno o entrambi gli occhi);
- vertigini;
- irritabilità;
- scotoma scintillante (lampi di luce dell’emicrania con aura);
- formicolio agli arti;
- dolore addominale;
- brividi;
- rigidità del collo;
- eccessiva sudorazione.
La maggioranza dei soggetti emicranici hanno una forma di emicrania episodica; tuttavia, una percentuale molto elevata di emicranici, fino al 3% per anno, evolvono verso una forma di emicrania cronica.
Le cause dell’emicrania cronica
Le cause dell'emicrania cronicizzata non sono ancora del tutto chiarite.
Sono noti, invece, alcuni fattori di cronicizzazione, che vengono classicamente distinti in modificabili e non modificabili.
Fattori modificabili
- frequenza di almeno 4 crisi emicraniche al mese;
- trattamento inadeguato delle crisi;
- uso eccessivo di analgesici o di caffeina;
- assunzione di alimenti contenenti glutammato monosodico (cucina cinese, affettati, dadi da brodo);
- stress;
- ansia e depressione;
- ipertensione;
- patologie sistemiche;
- russamento;
- obesità;
- problematiche posturali;
- disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare;
- altre sindromi dolorose croniche;
- scorretto stile di vita.
Fattori non modificabili
- predisposizione genetica;
- sesso femminile (fattori ormonali?);
- età >40 anni;
- presenza di un disordine sensitivo chiamato allodinia cutanea cefalica o extracefalica (percezione di dolore al semplice tatto);
- precedenti eventi stressanti;
- precedenti traumi cranici o cervicali.
La diagnosi di emicrania
Per la diagnosi di emicrania è necessario indagare la sintomatologia riferita dal paziente, e, in particolare:
- la frequenza degli attacchi;
- i disturbi avvertiti prima o durante le crisi;
- la sede del dolore;
- l’intensità del dolore.
È, inoltre, indispensabile sempre effettuare:
- l’esame obiettivo neurologico, che analizza le funzioni cognitive, emozionali, sensoriali (visive, uditive, etc), sensitive e motorie;
- la valutazione del tono dei muscoli cervicali e dell’articolazione temporo-mandibolare;
- la misurazione della frequenza cardiaca.
- misurazione della pressione arteriosa;
- la misurazione della frequenza respiratoria.
Nel caso fosse necessario, per escludere altre patologie o comorbilità dell’emicrania con altri tipi di problematiche di salute, si ricorre a:
- risonanza magnetica cerebrale;
- encefalogramma;
- TC cerebrale.
I farmaci per l’emicrania cronica
L’emicrania può essere curata attraverso trattamenti farmacologici sintomatici, cioè che hanno l’obiettivo di interrompere quanto prima possibile una crisi emicranica, e terapie di profilassi, che hanno come obiettivo la riduzione significativa e, auspicabilmente, duratura della frequenza delle crisi emicraniche.
Solo un completo e corretto inquadramento diagnostico può consentire un adeguato programma terapeutico personalizzato, che consenta di gestire le singole crisi emicraniche e, soprattutto, rendere meno frequente la ricorrenza delle stesse, riducendo l’impatto negativo che l’emicrania può avere sulle attività quotidiane.
Terapia sintomatica
Le terapie sintomatiche, tuttavia, se utilizzate troppo frequentemente e in maniera non controllata, possono perdere progressivamente la loro efficacia e, soprattutto, possono contribuire alla cronicizzazione dell’emicrania.
Solo un completo e corretto inquadramento diagnostico può consentire un adeguato programma terapeutico personalizzato, che consenta di gestire le singole crisi emicraniche e, soprattutto, rendere meno frequente la ricorrenza delle stesse, riducendo l’impatto negativo che l’emicrania può avere sulle attività quotidiane.
Aspecifica
- analgesici;
- antinfiammatori;
- antiemetici;
- farmaci di associazione (antinfiammatori + antiemetici, etc).
Specifica
- triptani (sono i farmaci di prima scelta, controindicati però nei soggetti con ipertensione non controllata e cardiopatia ischemica);
- gepanti (sono in fase di approvazione);
- ergotaminici (sono utilizzati molto raramente perché hanno una scarsa tollerabilità e molte controindicazioni).
Terapia di profilassi
- beta-bloccanti;
- calcio-antagonisti;
- agonisti serotoninergici;
- antidepressivi triciclici;
- antiepilettici;
- anticorpi monoclonali.