La cranioplastica
La cranioplastica fa parte degli interventi di neurochirurgia ricostruttiva e prevede la ricostruzione di una porzione, più o meno estesa, della calotta cranica.
È un intervento che richiede grande attenzione, soprattutto in fase di planning pre-operatorio e di ricostruzione, al fine di creare una protesi in grado di adattarsi ed integrarsi armoniosamente con l’osso circostante.
La tecnologia oggi permette di ricostruire anche grandi e complesse soluzioni della calotta cranica, con materiali bio-compatibili e che consentono un risultato estetico e funzionale ottimale.
La cranioplastica
L’intervento di cranioplastica è praticato nei casi in cui:
- sia presente un deficit osseo (craniolacunia);
- si sia verificata una frattura del cranio;
- sia stato eseguito un intervento di decompressione cranica;
- sia necessario ricostruire l’apparato cranico a seguito di rimozione ossea per invasione tumorale.
Le condizioni sopra elencate possono essere date da diversi fattori, quali:
- patologie degenerative;
- difetti congeniti del cranio;
- traumi cranici di grave natura;
- riassorbimenti ossei;
- infezioni a seguito di riposizionamento di osso autologo;
- sindrome del trapanato cranico (Trephined syndrome);
- emorragie cerebrali o ischemia (che causano l’aumento della pressione intracranica).
In caso di pressione intracranica aumentata, la cranioplastica viene effettuata a seguito della craniectomia, un trattamento d’emergenza in cui si asporta una porzione delle ossa craniche.
L’intervento di cranioplastica
L’intervento di cranioplastica prevede in primo luogo l’analisi con tomografia computerizzata per definire i caratteri morfologici della protesi.
Per la ricostruzione è possibile utilizzare sia tessuto autologo (direttamente del paziente), sia protesi biocompatibili.
La protesi deve essere creata tenendo in considerazione numerosi aspetti, per cui viene in primo luogo progettata in base alle informazioni ottenute con la TC.
Sulla base della TAC, complessi software sono in grado di ricostruire protesi tridimensionali assolutamente perfette per il difetto da riparare.
Sottovalutare questo passaggio può portare ad errori di valutazione, che potrebbero rendere il risultato finale insoddisfacente per il paziente (testa piatta), anche se funzionalmente accettabile.
Al fine di ottenere il miglior risultato, si adoperano le più moderne tecnologie, in quanto offrono possibilità che in passato non erano immaginabili, definendo nuovi modi per l'esecuzione dell’intervento chirurgico.
Materiali
In quest’ultimo caso si utilizza l'idrossiapatite porosa, un materiale in grado di emulare il tessuto cranico, in modo da integrarsi perfettamente con l’osso circostante (osteointegrazione): questo processo è completato entro alcuni mesi dall’intervento.
Altri materiali utilizzati includono materiali bio-plastici sintetici come il PEEK.
I rischi di una cranioplastica
La cranioplastica moderna ha un basso tasso di complicazioni rispetto alle tecniche del passato; non ne è, tuttavia, scevra.
Queste possono essere:
- accumulo di liquido nei ventricoli cerebrali (idrocefalo);
- infezione della protesi o del tessuto autologo
- fistola del liquor;
- sviluppo di deficit cognitivi;
- stato vegetativo.
È importante evidenziare questo aspetto, in quanto si tratta sì di un trattamento chirurgico sicuro, ma le complicanze possono essere anche di natura grave, per cui la valutazione deve essere ponderata e consapevole.