Il cheratocono: sintomi, cause, diagnosi e il percorso di cura
Il cheratocono è una patologia che colpisce la cornea e si manifesta tra i 14 e i 20 anni, con progressione fino ai 40 anni.
Questa patologia vede la perdita di resistenza della cornea e il suo progressivo assottigliamento, assumendo la forma di un cono (da cui il nome).
In questo modo le immagini che vede il paziente risultano disallineate e non a fuoco, proprio a causa dell’anormale curvatura della cornea.
È una patologia non infiammatoria che viene classificata come cronica, con un andamento di tipo progressivo.
Il cheratocono
Il cheratocono comporta una perdita di resistenza e quindi di rigidità della cornea che comincia, in questo modo, la sua deformazione progressiva nella parte centrale.
Non è mai unilaterale, ma colpisce entrambi gli occhi del paziente, anche se spesso con una differente entità.
Questa patologia comporta lo scivolamento delle firme di collagene le une sulle altre, compromettendo la struttura corneale in maniera progressiva (ectasia della cornea).
Il cheratocono colpisce in maniera uguale sia uomini che donne e ha un tipo di esordio ed evoluzione variabile da paziente a paziente; in casi avanzati e con assottigliamento del tessuto corneale estremo vi può essere il rischio di un'imminente perforazione della cornea.
I sintomi del cheratocono
Il sintomo più comune del cheratocono è l’astigmatismo irregolare, dato dalla curvatura anomala della cornea.
Oltre a questi si può presentare:
- fotofobia;
- edemi corneali;
- poliopia monoculare (sdoppiamento della vista ad occhi chiusi);
- cicatrici corneali;
- vista offuscata.
Le cause
Il cheratocono è una malattia che ha carattere genetico e si associa spesso ad altre malattie, come:
- la sindrome di Down;
- alcune malattie della tiroide;
- retinite pigmentosa;
- lassità dei legamenti articolari e malattia del collagene;
- amaurosi di Leber;
- retinopatia del prematuro;
- distrofie corneali.
Può presentarsi anche a seguito di ripetute cheratocongiuntiviti allergiche, che possono comportare irritazione cronica dell’occhio, sfregamenti troppo vigorosi e continui del bulbo oculare.
La diagnosi
La diagnosi di cheratocono avviene attraverso la topografia corneale, un’indagine capace di valutare lo spessore della cornea e la sua distribuzione. L’esame può essere effettuato con due metodiche differenti:
- con la proiezione di anelli concentrici sulla cornea (topografia a riflessione);
- con la proiezione di un fascio di luce (topografia altitudinale).
In alcuni casi lo specialista può prescrivere anche una pachimetria corneale per misurare lo spessore della cornea, oppure una tomografia corneale.
La cura del cheratocono
L’unico trattamento che sembra risolutivo per il cheratocono è quello chirurgico.
Esistono diverse metodiche di intervento come
- il trapianto della cornea;
- il cross linking corneale.
Nei casi avanzati si interviene con il trapianto di cornea che può essere effettuato a tutto spessore oppure in cheratoplastica lamellare anteriore profonda.
L’intervento di cross linking corneale è, invece, perfetto per le fasi iniziali del cheratocono e ha l’obiettivo di:
- arrestare del tutto l’evoluzione della patologia;
- contrastare in maniera evidente la sua evoluzione.
Si svolge con l’innesto di uno o più segmenti biocompatibili detti:
- segmenti semianulari;
- segmenti intrastromali.
In questo modo si rinforza in maniera meccanica il tessuto della cornea per renderlo più stabile ed evitare che si deformi.
Con il trapianto a tutto spessore della cornea (PKP) si sostituisce completamente la cornea deteriorata con una cornea artificiale.
Nel caso di una cheratoplastica lamellare, invece, si usa suturare una porzione di cornea da donatore dopo la resezione della parte compromessa.