L’intervento per l’aneurisma cerebrale: indicazioni, tecniche, recupero e follow-up

L’intervento per l’aneurisma cerebrale viene eseguito per prevenire la rottura di un aneurisma non ancora sanguinante o per bloccare un’emorragia già in atto.
L’aneurisma cerebrale è una dilatazione anomala di un’arteria del cervello, che può rimanere asintomatica per anni o, in caso di rottura, causare un'emorragia cerebrale (prevalentemente subaracnoidea), una condizione grave e potenzialmente letale.
Il trattamento di un aneurisma cerebrale è indicato nei pazienti con aneurismi a rischio di rottura o già rotti.
A seconda della posizione, della dimensione e delle condizioni del paziente, il trattamento può avvenire tramite chirurgia aperta (clipping) o embolizzazione endovascolare.
L'intervento per aneurisma cerebrale

La scelta del tipo di intervento dipende da diversi fattori:
- dimensione e localizzazione dell’aneurisma cerebrale, poiché aneurismi di grandi dimensioni o situati in zone difficili da raggiungere richiedono un approccio personalizzato;
- stato clinico del paziente, valutato con la scala di Hunt e Hess nei casi di aneurisma rotto;
- rischio operatorio, considerando l’età, le condizioni generali e la presenza di altre patologie;
- caratteristiche anatomiche dell’arteria colpita, che possono rendere preferibile una tecnica chirurgica rispetto a un’altra.
L’obiettivo dell’intervento è escludere l’aneurisma dalla circolazione sanguigna, riducendo il rischio di rottura e le conseguenze neurologiche associate.
Gli interventi che possono essere presi in considerazione sono:
- clipping chirurgico;
- embolizzazione endovascolare.
Clipping chirurgico: la tecnica tradizionale
Il clipping prevede l’applicazione di una clip metallica sulla base dell’aneurisma per isolare la sacca dalla circolazione sanguigna.
Questa procedura viene eseguita tramite craniotomia, ovvero l’apertura di una parte del cranio per accedere all’aneurisma.
Il paziente viene sottoposto ad anestesia generale e posizionato per consentire un accesso ottimale all’arteria cerebrale interessata. A questo punto il chirurgo esegue una craniotomia e utilizza strumenti microchirurgici per esporre l’aneurisma senza danneggiare i vasi ed il cervello circostanti.
Viene, dunque, posizionata una clip in titanio sulla base dell’aneurisma, bloccando il flusso sanguigno e prevenendo la sua rottura. Dopo aver verificato il corretto isolamento dell’aneurisma, il chirurgo richiude il cranio e il paziente viene trasferito in terapia intensiva per il monitoraggio post-operatorio.
I vantaggi del clipping includono una risoluzione definitiva dell’aneurisma e un rischio di recidiva molto basso.
Tuttavia, essendo un intervento invasivo, comporta tempi di recupero più lunghi e un rischio più elevato di complicanze post-chirurgiche.
Embolizzazione endovascolare
L’embolizzazione endovascolare è una tecnica alternativa al clipping e viene effettuata dall’interno dei vasi sanguigni, senza apertura del cranio.
Questo approccio è indicato per aneurismi situati in aree difficili da raggiungere chirurgicamente o nei pazienti con alto rischio operatorio.
La procedura prevede le seguenti fasi:
- il paziente viene sottoposto a sedazione profonda o anestesia generale;
- un catetere viene inserito nell’arteria femorale e fatto risalire fino ai vasi cerebrali sotto guida angiografica;
- una volta raggiunto l’aneurisma, vengono rilasciate spirali di platino (coils) o altri dispositivi all’interno della sacca aneurismatica;
- in alcuni casi, viene posizionato uno stent per deviare il flusso sanguigno lontano dall’aneurisma.
Il recupero post-operatorio e follow-up
Il recupero dopo un intervento per aneurisma cerebrale dipende dal tipo di procedura eseguita e dallo stato clinico del paziente.
Il follow-up prevede controlli periodici con risonanza magnetica (RM), angioTAC o angiografia, per verificare la stabilità dell’aneurisma trattato e individuare eventuali segni di recidiva.
Per prevenire la progressione di aneurismi cerebrali, è importante adottare uno stile di vita sano, con il controllo della pressione arteriosa e la cessazione del fumo, fattori chiave per ridurre il rischio di complicanze a lungo termine.