Visita senologica: quando farla, in cosa consiste e come integrarla
La visita senologica è spesso il primo atto diagnostico per la verifica di eventuali patologie mammarie.
La visita senologica
Consiste in un esame clinico della mammella che include anche il controllo delle cavità ascellari, per individuare eventuali linfonodi ingrossati, ed è uno degli strumenti utilizzati per favorire la diagnosi precoce del tumore al seno, la neoplasia più frequente nelle donne.
Quando fare una visita senologica
Si raccomanda di eseguire una visita senologica almeno una volta all’anno, anche in assenza di sintomatologia di allarme.
Ma se vengono riscontrati segni della possibile presenza di un tumore del seno, è necessario consultare immediatamente il medico di base e comunque programmare una visita specialistica senologica.
In particolare, è importante effettuare una visita senologica nei casi di sintomatologia sospetta, come:
- presenza di nodularità individuate con l’autopalpazione;
- arrossamenti o stati infiammatori della mammella;
- secrezioni spontanee da un seno, specie se con presenza di sangue;
- ispessimenti della pelle del seno;
- cambiamenti dell’aspetto o retrazioni del capezzolo;
- dolore persistente al seno.
La visita senologica viene utilizzata anche:
- nei controlli di follow-up oncologico delle donne che hanno avuto un tumore del seno;
- nella valutazione della risposta alla terapie farmacologiche preoperatorie in caso di tumori localmente avanzati.
In cosa consiste una visita senologica
Prima di procedere all’esame clinico, lo specialista raccoglie informazioni sulla storia familiare e clinica della paziente, l'anamnesi, per poter poi inquadrare meglio un’eventuale condizione patologica.
Vengono quindi richieste informazione riguardo:
- casi di tumori del seno occorsi nei propri familiari;
- eventuali gravidanze e allattamento al seno;
- l’età del primo ciclo mestruale;
- il ritmo dei cicli mestruali o lo stato di menopausa;
- eventuali patologie note.
- eventuali terapie in corso;
- le abitudini alimentari;
- il livello di sedentarietà o di pratica dell’attività fisica;
- il consumo di alcol o di tabacco;
- l’esecuzione pregressa di esami diagnostici per il seno e il riscontro di reperti mammari anomali.
Per quanto riguarda quest'ultimo punto, è molto importante portare alla visita eventuali esami effettuati in precedenza.
La seconda fase della visita clinica prevede dapprima l’ispezione dei seni in più posizioni, per valutare la morfologia, la simmetria e la dimensione delle ghiandole mammarie seguita dalla palpazione delle mammelle, per l’individuazione di nodularità o altre anomalie nei tessuti della ghiandola mammaria, del complesso areola-capezzolo e dell’ascella.
Va però ricordato che con la visita clinica non è possibile apprezzare noduli molto piccoli né si hanno informazioni sulla natura delle eventuali anomalie riscontrate.
Ed è per questo che è importante integrare la visita clinica con gli esami diagnostici di primo livello.
Quali esami fare dopo una visita senologica
Gli esami diagnostici di primo livello, da associare alla visita senologica sono:
Mammografia
La mammografia è l’esame cardine della prevenzione.
È una radiografia del seno, che può individuare anche noduli molto piccoli o altri segnali d’allarme precoci di un tumore al seno, come le microcalcificazioni o le distorsioni del tessuto ghiandolare.
È indicata una volta all’anno a partire dai 40 anni di età, in quanto prima la sua efficacia diagnostica risulta ostacolata dalla maggiore densità ghiandolare del seno.
Può essere effettuata anche la mammografia 3d, chiamata tomosintesi.
Ecografia mammaria
L’ecografia mammaria è particolarmente indicata nelle pazienti giovani e consente di distinguere la natura liquida o solida delle lesioni nodulari, fornendo informazioni utili anche sulla loro benignità o malignità.
Nelle donne sopra i 40 anni viene effettuata insieme alla mammografia, per avere una valutazione diagnostica più completa dei seni
Agobiopsia mammaria
L’agobiopsia mammaria con successivo esame istologico viene utilizzata per definire con certezza la natura di possibili lesioni sospette, eventualmente emerse con:
- la visita clinica;
- la mammografia;
- l'ecografia;
- la risonanza magnetica del seno (esame diagnostico di secondo livello).