PRK: intervento, recupero post- operatorio e controindicazioni
La PRK è una metodica di chirurgia refrattiva che consente la correzione dei difetti visivi più comuni, come miopia, astigmatismo ed ipermetropia.
Questa tecnica prevede l’utilizzo di un laser ad eccimeri, che, vaporizzando la porzione superficiale dello stroma corneale, ne modifica la curvatura, in modo da riflettere i raggi luminosi che la attraversano a fuoco sulla superficie retinica.
La PRK
Acronimo di PhotoRefractive Keratectomy, la PRK è una tecnica laser che offre un livello di precisione particolarmente elevato.
Il trattamento vede l’utilizzo del laser ad eccimeri che vaporizza in maniera assolutamente precisa (sull’ordine del millesimo di millimetro) le cellule corneali, offrendo manovre di intervento altrimenti impossibili.
L’intervento di PRK
L’intervento di PRK viene eseguito in anestesia topica, grazie all’instillazione sulla superficie corneale e nel sacco congiuntivale di colliri anestetizzanti.
Nella stessa seduta, della durata di circa 20 minuti, vengono trattati in successione entrambi gli occhi, salvo indicazione differente del chirurgo.
La PRK vede come prima necessità di impiego il desiderio del paziente di avere una visione nitida senza l’utilizzo di occhiali correttivi o lenti a contatto.
Per conoscere se l’occhio del paziente può essere idoneo al trattamento con laser ad eccimeri, è necessario eseguire una serie di esami pre-operatori, utili sia per l’identificazione di eventuali patologie oculari, sia essenziali per studiare le caratteristiche ottiche della superficie corneale.
Gli esami richiesti sono:
- esame della refrazione soggettiva;
- esame della refrazione in cicloplegia (richiesta la dilatazione pupillare);
- cheratometria (misurazione della curvatura corneale);
- tonometria (misurazione della pressione oculare);
- esame ortottico (per segnalare deficit muscolari dell’occhio e disturbi della visione binoculare);
- esame della sensibilità al contrasto (per comprendere la sensibilità di distinguere tra incrementi sempre più piccoli di luce e buio);
- topografia corneale (mappatura della curvatura corneale);
- tomografia corneale (analisi della forma e caratteristiche ottiche della cornea)
- esame del fondo oculare;
- esame del segmento anteriore con lampada a fessura;
- test di rottura del film lacrimale (Break Up Time);
- autorefrattometria (per identificare il difetto refrattivo oggettivo);
- biomicroscopia dell’endotelio corneale;
- pachimetria (misurazione dello spessore della cornea);
- ecobiometria (misurazione degli spazi tra le componenti oculari).
Prima di eseguire il trattamento di PRK è necessario che il paziente si astenga completamente dall’utilizzo di lenti a contatto nelle 4 settimane prima dell’intervento.
Nei giorni antecedenti il trattamento è necessario, inoltre, evitare l’utilizzo di profumi e trucco nella regione oculare, che possono in qualche modo alterare lo stato della superficie oculare al momento dell’intervento.
È richiesto uno stato buono di salute generale in assenza di patologia sistemiche acute o forme influenzali o simil influenzali in atto.
Recupero post-operatorio della PRK
Al termine dell’intervento, il paziente indosserà delle lenti a contatto terapeutiche che favoriranno la ricrescita dell’epitelio della cornea. Queste verranno rimosse sotto il controllo dell’oculista pochi giorni dopo l’intervento di chirurgia refrattiva.
Solitamente, le prime giornate dopo l’intervento possono essere accompagnate da una sensazione di bruciore e di corpo estraneo associate a senso di pressione sull’occhio, fenomeni che tendono a ridursi significativamente entro pochi giorni e a svanire completamente entro le prime due settimane.
Prima dell’intervento vengono indicati i colliri che devono essere utilizzati nel periodo post-operatorio, che facilitano la guarigione e consentono un recupero ottimale.
La guarigione completa si ottiene entro un mese; il recupero visivo completo con la migliore qualità visiva può richiedere, invece, da 1 fino a 6 mesi.
Nei primi 3 mesi, infine, è possibile che si manifesti una certa secchezza oculare, che tende a risolversi spontaneamente con il passare del tempo.
Controindicazioni
La PRK non può essere eseguita nei pazienti:
- con difetti visivi elevati;
- affetti da cheratocono;
- con glaucoma;
- il cui difetto visivo non è stabile da almeno un anno;
- che non hanno compiuto la maggiore età.
Possono essere controindicazioni relative da valutare con estrema attenzione:
- presenza di cicatrici corneali;
- condizioni di spessore cornee poco elevato.
Il trattamento dei difetti visivi elevati con PRK esporrebbe il paziente al rischio di sviluppare il cosiddetto haze. Questo fenomeno è caratterizzato da una alterata guarigione del tessuto corneale con conseguente opacizzazione della zona trattata e appannamento visivo.
Per evitare questo fenomeno, in alcuni casi si può ricorrere alla FemtoLasik, un’altra tecnica di chirurgia refrattiva che, diversamente dalla PRK, non interviene sulla superficie corneale ma all’interno dello stroma grazie all’esecuzione di un flap corneale con laser a femtosecondi, consentendo una guarigione in alcuni casi migliore del tessuto.