Disfagia: cause, sintomi, patologie associate e cura
Per disfagia si intende la difficoltà a deglutire, ovvero nel far passare cibi solidi e/o liquidi dalla bocca allo stomaco.
La disfagia
Esistono principalmente due tipologie di disfagia:
- disfagia orofaringea, che si manifesta con la difficoltà di far passare il cibo dalla bocca all’esofago;
- disfagia esofagea, con difficoltà nel far passare il cibo dall’esofago allo stomaco.
Le cause della disfagia
I pazienti disfagici sono accompagnati da disturbi che interessano i muscoli e i nervi della lingua e della bocca, rendendo difficile la coordinazione in fase di deglutizione; in altri casi la disfagia può essere causata da problemi occasionali, come ad esempio una masticazione scorretta, o dipendere da alcune patologie, come quelle esofagee, che richiedono trattamenti specifici.
Le cause principali sono:
- ictus;
- patologie a carico dell’esofago: disturbi motori, diverticoli esofagei;
- disturbi neuro-vascolari;
- demenza senile;
- morbo di Parkinson (dopo 10, 11 anni dalla comparsa dei primi sintomi);
- Alzheimer;
- traumi alla testa o al midollo spinale;
- alcuni tumori;
- paralisi.
Il trattamento della disfagia, dunque, varia in base alla causa che la scatena, agendo sulla patologia che la genera.
I sintomi della disfagia
I disfagici possono presentare non solo con la difficoltà nella deglutizione, ma anche con:
- tosse durante e dopo la deglutizione;
- senso di soffocamento;
- eccessiva salivazione con eventuale perdita di saliva dalla bocca;
- nausea;
- rigurgito orale;
- rigurgito nasale;
- inappetenza, data dall’ansia dell’assunzione di cibi o bevande.
Raramente si può associare a dolori cervicali o toracici.
La disfagia può portare ad un errato transito del cibo, che anziché passare in esofago può penetrare nelle vie respiratorie, fenomeno molto pericoloso in quanto si può verificare un’ostruzione al flusso dell’aria.
Ripercussioni sociali
In alcuni casi, la sintomatologia può modificare le abitudini del paziente, sia alimentari che sociali.
Non è raro che i pazienti disfagici evitino i pasti, o i cibi che causano la disfagia, e l’assunzione di acqua per evitare il ripresentarsi della sintomatologia, sviluppando uno stato ansioso costante: questo rende il soggetto malnutrito e disidratato, condizioni da prendere seriamente in considerazione.
Lo stato emotivo del paziente viene, dunque, condizionato, portandolo a desiderare di mangiare da solo per la vergogna del ritorno dei sintomi, o in alcuni casi al vero e proprio isolamento.
Le cure per la disfagia
Per comprendere il trattamento adeguato, occorre comprendere la causa: per questo è necessario rivolgersi al proprio medico ed effettuare gli accertamenti del caso.
Nel frattempo si consiglia di prestare maggior attenzione all’atto della deglutizione e favorire l’accesso dei cibi con:
- polveri addensanti apposite, per permettere l’accesso agevole dell’acqua;
- la frullatura, la passatura o la centrifugazione degli alimenti.
L’apporto calorico e idrico giornaliero deve essere rispettato, favorendo sempre una dieta equilibrata, per evitare stati di malnutrizione e disidratazione.
È molto importante, inoltre, controllare la postura durante l’atto, che aiuta la discesa dei cibi.
Si consiglia di allineare:
- collo;
- busto;
- testa,
con il collo ben allungato e il mento verso il petto.
Nei casi di pazienti allettati, cercare di sollevare quanto possibile il busto e mantenere la postura fino ad un’ora dopo il pasto.