La colostomia: indicazioni, tipologie e convalescenza
La colostomia è un intervento chirurgico in cui una parte del colon viene connesso alla parete dell’addome, a seguito della creazione di uno stoma (apertura) alla quale viene applicata una sacca, per permettere al contenuto fecale di fuoriuscire attraverso una via alternativa a quella naturale.
Può essere temporanea o definitiva.
È una procedura delicata, utilizzata in caso di patologie particolarmente invalidanti che interessano il tratto intestinale, più precisamente il colon.
La colostomia
La colostomia si rende necessaria nei casi di:
- cancro colon-retto, effettuata generalmente assieme alla colectomia (rimozione parziale dell’intestino);
- occlusione intestinale (effettuata in urgenza);
- diverticolite;
- morbo di Crohn;
- incontinenza grave non responsiva a qualsiasi altra tipologia di intervento;
- lesioni gravi all’addome (come a seguito di un accoltellamento o di incidenti stradali gravi che vedono lacerazioni del colon);
- malattia di Hirschsprung (malattia congenita rara, in cui si verifica una malformazione delle innervazioni intestinali con frequenti occlusioni del tratto).
Esistono due tipologie di intervento:
- colostomia ad ansa;
- colostomia terminale,
in base alle caratteristiche della patologia che porta all’intervento e alla possibilità di ristabilire la funzione intestinale naturale.
Colostomia ad ansa
La colostomia ad ansa (chiamata anche laterale o “a canna di fucile” o “su bacchetta”) non viene attuata recidendo completamente il colon, ma portando fuori dalla stomia la parte piegata, sulla quale verrà effettuata una piccola incisione.
È generalmente una soluzione temporanea, chiamata anche colostomia temporanea, in cui è necessario far stabilizzare la parte finale del colon, per operare successivamente e permettere l’utilizzo degli sfinteri naturali per la defecazione.
Colostomia terminale
La colostomia terminale prevede il sezionamento del colon e l’abboccamento della recisione alla parete addominale; questa procedura può essere sia temporanea che permanente (colostomia permanente).
Spesso viene effettuata con la colectomia, ovvero la rimozione di un segmento di intestino, in particolar modo nel caso di cancro del colon-retto.
La convalescenza
L’intervento di colostomia richiede una degenza ospedaliera compresa tra i 3 e 5 giorni, in modo da monitorare le prime fasi della guarigione, insegnare al paziente come prendersi cura della sacca per il contenimento delle feci e la pulizia dello stoma.
Queste procedure sono necessarie per diminuire il rischio di infezione nel mese successivo all’intervento.
È molto importante, inoltre, evitare sforzi durante questo lasso di tempo, per permettere la guarigione completa e senza problemi, ed evitare pasti particolarmente abbondanti: si consiglia, in questi casi, di assumere piccole porzioni di cibo, ma più frequentemente.
Dieta dopo colostomia
Per quanto sia un intervento aggressivo e che modifica le abitudini, i pazienti con colostomia permanente riescono a vivere una vita normale.
Non vi sono, infatti, restrizioni dal punto di vista dell’alimentazione, fermo restando che si segua una dieta equilibrata e che permetta il passaggio agevole delle feci.
Caffè e alcolici possono essere assunti, ma in basse quantità, considerando soprattutto le eventuali reazioni dell’apparato digerente: ricordiamo, infatti, che lo stoma non possiede sfinteri, per cui è bene prestare attenzione alle proprie abitudini intestinali.
Detto ciò, è importante limitare gli alimenti ricchi di fibre, in quanto il cibo non correttamente digerito può portare ad un blocco intestinale.
Se si verificano:
- crampi;
- dolore;
- uscita di materiale acquoso dallo stoma;
- rigonfiamento dell’addome o dello stoma,
è bene contattare il proprio medico curante.