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Home / Approfondimenti / L’elettroencefalogramma con privazione del sonno

L’elettroencefalogramma con privazione del sonno

L’elettroencefalogramma con privazione del sonno (EEG privato del sonno) è un esame diagnostico utilizzato per analizzare l’attività elettrica cerebrale in condizioni di affaticamento e deprivazione del riposo notturno.
14 Maggio 2025
Approfondimenti
elettroencefalogramma con privazione del sonno roma

L’elettroencefalogramma con privazione del sonno (EEG privato del sonno) è un esame diagnostico utilizzato per analizzare l’attività elettrica cerebrale in condizioni di affaticamento e deprivazione del riposo notturno.

Questo test è particolarmente utile per la diagnosi di epilessia e disturbi neurologici correlati, poiché la privazione del sonno può favorire l’emergere di anomalie elettriche cerebrali non sempre rilevabili in un EEG standard.

L’elettroencefalogramma con privazione del sonno

elettroencefalogramma con privazione del sonno

L’elettroencefalogramma con privazione del sonno è una variante dell’EEG classico, ma viene eseguito in condizioni in cui il paziente è privato del sonno per un periodo variabile prima dell’esame.

L’assenza di riposo notturno altera la regolazione dell’attività cerebrale, aumentando la probabilità di registrare scariche epilettiformi o altre anomalie neuronali.

L’esame prevede l’applicazione di elettrodi sul cuoio capelluto per registrare le onde cerebrali mentre il paziente è in stato di veglia e sonnolenza.

L’analisi delle diverse fasi del sonno e della transizione tra veglia e sonno permette di individuare alterazioni neurologiche non evidenziabili in condizioni normali.

Quando è indicato l’EEG con privazione del sonno

Questo tipo di EEG viene prescritto principalmente nei seguenti casi:

  • diagnosi di epilessia, soprattutto in pazienti con sospetti episodi epilettici non confermati dagli esami standard;
  • monitoraggio dell’epilessia nota, per valutare l’efficacia della terapia farmacologica e identificare eventuali alterazioni persistenti;
  • studio delle crisi epilettiche notturne, che possono non emergere in un EEG tradizionale eseguito durante la veglia;
  • disturbi del sonno di origine neurologica, come la narcolessia o le parasonnie con caratteristiche epilettiformi;
  • valutazione di sincope inspiegata o disturbi del comportamento correlati a possibili anomalie cerebrali.

L’EEG con privazione del sonno è considerato uno strumento fondamentale per migliorare l’accuratezza diagnostica nei pazienti con sospetti disturbi cerebrali transitori.

Come si svolge l’esame

L’EEG con privazione del sonno si esegue in un laboratorio di neurofisiopatologia e segue una preparazione specifica.

Il paziente deve rimanere sveglio per un periodo prolungato, generalmente tra le 24 e le 36 ore precedenti l’esame, in modo da accentuare l’attività elettrica anomala del cervello.

L’esame si articola nelle seguenti fasi:

  • applicazione degli elettrodi sul cuoio capelluto, con l’utilizzo di un gel conduttivo per migliorare la registrazione dei segnali elettrici cerebrali;
  • registrazione dell’attività cerebrale mentre il paziente è sveglio e progressivamente si addormenta;
  • induzione del sonno naturale o facilitato, per studiare le onde cerebrali nelle diverse fasi del riposo;
  • eventuali stimolazioni luminose o iperventilazione, per aumentare la probabilità di rilevare anomalie epilettiformi.

L’esame dura in genere tra 60 e 90 minuti e il paziente può tornare alle normali attività subito dopo, salvo condizioni particolari che richiedono un monitoraggio più prolungato.

I vantaggi dell’EEG con privazione del sonno

Rispetto all’EEG standard, questa metodica offre numerosi vantaggi:

  • maggior probabilità di rilevare anomalie epilettiformi, poiché la deprivazione di sonno riduce il controllo inibitorio del cervello, facilitando l’emergere di scariche anomale;
  • analisi del passaggio veglia-sonno, un momento in cui le alterazioni epilettiche possono essere più evidenti;
  • minore necessità di esami invasivi, offrendo un’opzione diagnostica più semplice rispetto a monitoraggi prolungati o esami con ricovero ospedaliero;
  • maggiore sensibilità nella diagnosi dell’epilessia notturna, poiché molte forme di epilessia si manifestano durante il sonno.

Questa metodica è particolarmente indicata nei pazienti in cui un EEG standard non ha rilevato alterazioni significative, ma in cui permane un forte sospetto clinico di epilessia o altre disfunzioni neurologiche.

Rischi e controindicazioni

Sebbene l’EEG con privazione del sonno sia un esame sicuro, la deprivazione di sonno può causare effetti collaterali transitori, tra cui:

  • affaticamento e sonnolenza marcata, con difficoltà nella concentrazione nelle ore successive all’esame;
  • cefalea e irritabilità, legate alla riduzione delle ore di riposo;
  • aumento del rischio di crisi epilettiche nei pazienti con epilessia, motivo per cui l’esame deve essere eseguito sotto controllo medico.

I pazienti con patologie cardiovascolari o disturbi psichiatrici gravi devono essere valutati attentamente prima della privazione del sonno, poiché la mancanza di riposo potrebbe accentuare sintomi preesistenti.

Per ridurre i disagi, dopo l’esame è consigliato recuperare gradualmente il sonno ed evitare attività che richiedano elevata attenzione, come la guida di veicoli o l’uso di macchinari pericolosi.

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