Acalasia esofagea: intervento, tecniche chirurgiche, risultati attesi e controlli
L’intervento chirurgico per l’acalasia esofagea ha l’obiettivo di rendere nuovamente possibile e agevole il passaggio del cibo dall’esofago allo stomaco.
Può essere effettuato tramite tecnica:
- endoscopica;
- chirurgica.
Questa operazione si rende necessaria quando lo sfintere esofageo inferiore (cardias), che permette il passaggio del cibo allo stomaco, non viene rilasciato correttamente, creando un ostacolo.
L'acalasia esofagea
L’acalasia esofagea è un disturbo a carico dei muscoli dell’esofago, che non si contraggono in maniera coordinata, impedendo il naturale transito del cibo dall’esofago allo stomaco.
In particolare, è sempre presente un’alterazione dello sfintere esofageo inferiore, che risulta ipertonico e rende difficoltoso il passaggio degli alimenti ingeriti nello stomaco.
I sintomi dell'acalasia esofagea
Il sintomo principale, presente nella maggioranza dei pazienti, è la disfagia, a cui si possono associare:
- rigurgiti;
- dolore toracico;
- perdita di peso.
L'intervento chirurgico per l'acalasia esofagea
L’intervento può essere di due tipi:
- endoscopico: dilatazione dello sfintere con un palloncino o miotomia endoscopica transorale (POEM);
- chirurgico; miotomia chirurgica associata a plastica antireflusso.
Miotomia endoscopica transorale (POEM)
La POEM (dall’inglese Per Oral Endoscopic Myotomy) permette di eseguire l’incisione del muscolo a livello dell’esofago per via endoscopica, senza perciò eseguire ‘tagli’ sull’addome o sul torace del paziente.
La procedura prevede la creazione, tramite un gastroscopio provvisto di adeguati accessori, di un tunnel tra la mucosa e i muscoli dell’esofago, permettendo di raggiungere le fibre muscolari dello sfintere esofageo inferiore e tagliarle.
Al termine dell’intervento, l’ingresso del tunnel viene chiuso tramite posizionamento di alcune clips metalliche rilasciate tramite il gastroscopio.
Solitamente dopo circa due giorni il paziente può tornare a casa assumendo una dieta semiliquida, aumentando gradualmente la consistenza dei cibi sino a poter seguire una dieta normale dopo circa 10 giorni.
Miotomia chirurgica associata a plastica antireflusso
L’intervento di miotomia chirurgica avviene in laparoscopia, cioè introducendo una telecamera nell’addome ed eseguendo l’operazione attraverso delle piccole incisioni inferiori a 1cm.
Durante l’intervento il chirurgo esegue il taglio delle fibre muscolari, la miotomia, che costituiscono lo sfintere esofageo inferiore.
L’intervento si completa con il confezionamento di una plastica antireflusso: la sezione del muscolo sfintere esofageo inferiore determina un agevole passaggio del contenuto viscerale non solo dall’esofago allo stomaco, ma anche in senso inverso.
Pertanto, l’acidità contenuta nello stomaco può facilmente passare nell’esofago e restarvi a lungo anche in virtù della cattiva motilità dell’esofago stesso.
Risultati attesi
I risultati degli interventi per l’acalasia esofagea si valutano nel lungo termine.
La risoluzione dei sintomi avviene in più del 97% dei casi, se si prende in considerazione la miotomia (chirurgica o endoscopica).
Il trattamento endoscopico è gravato da una maggiore incidenza di reflusso gastroesofageo (circa il 25%), solitamente ben controllato dall’assunzione di inibitori di pompa protonica.
Sono comunque necessari dei follow-up per tenere sotto controllo l’esito del trattamento, che andranno effettuati periodicamente e con controlli clinici e strumentali.
Controlli strumentali
In questo senso, i controlli strumentali successivi al trattamento, sono:
- manometria esofagea;
- pHmetria esofagea;
- esofagogastroduodenoscopia.
Vista la zona d’interesse, è dunque fondamentale sottoporsi regolarmente alle visite di controllo, per monitorare correttamente la condizione del paziente e intervenire tempestivamente in caso di anomalie.