Il fibroma uterino: sintomi, terapie, quando operare e tecniche chirurgiche
Il fibroma uterino è il più comune tumore benigno dell’utero che origina dal tessuto muscolare liscio, è di dimensioni variabili e generalmente ad evoluzione lenta.
Si presenta nella maggior parte dei casi in donne che hanno superato i 45 anni, con un’incidenza maggiore nelle pazienti in sovrappeso od obese.
Il fibroma uterino
Circa il 25% delle donne bianche e il 50% delle donne di colore sviluppano un fibroma sintomatico.
Il fibroma inoltre tende a crescere di dimensione nelle donne in età fertile, in quanto rispondono all’influsso degli estrogeni.
La diagnosi di fibroma è in genere clinica mediante esame pelvico bimanuale che rileva un utero:
- aumentato di dimensioni;
- consistenza;
- a contorni irregolari.
La conferma richiede l’esecuzione di esami strumentali in particolare se:
- i fibromi sono un nuovo reperto;
- sono aumentati di dimensione;
- sono causa di sintomi;
- hanno bisogno di essere differenziati da altre patologie (masse ovariche, tumori maligni dell’utero).
Vengono generalmente effettuati l'ecografia transvaginale e la isterosonografia con infusione di soluzione fisiologica in caso di sospetto di miomi intracavitari.
In caso di sospetto oncologico o in casi particolari si può richiedere la risonanza magnetica pelvica.
L'isteroscopia infine può essere utilizzata per visualizzare direttamente il sospetto fibroma sottomucoso e, se necessario, per eseguire una biopsia o la resezione di piccole lesioni.
I sintomi del fibroma uterino
Nella maggior parte dei casi il fibroma uterino è asintomatico.
Nei rari casi in cui si manifestino sintomi, questi possono essere:
- aumento del flusso durante il ciclo mestruale (ipermenorrea);
- dolore e gonfiore addominale di intensità variabile;
- stipsi;
- dolore durante la minzione (disuria);
- perdite urinarie;
- dolore durante i rapporti sessuali.
Inoltre i fibromi possono aumentare il rischio di:
- infertilità in quanto possono provocare aborto spontaneo ricorrente;
- contrazioni con conseguente minaccia di parto pretermine;
- presentazione anomala del feto o rendere necessario il parto cesareo.
Le cure
I fibromi uterini asintomatici non richiedono trattamento chirurgico, ma dei follow up periodici e l’eventuale assunzione di farmaci per limitare la crescita della neoformazione e per contrastare occasionali sintomi.
Terapie farmacologiche
Le terapie farmacologiche per il fibroma uterino sono variabili.
Si agisce controllando la produzione estrogenica con:
- agonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH);
- antiprogestinici;
- agonisti androgenici;
- modulatori selettivi dei recettori estrogenici.
Questi farmaci trovano utilizzo anche in vista dell’intervento, per poter mantenere costanti (e in alcuni casi diminuire) le dimensioni del fibroma da rimuovere o evitare che la paziente affronti l’intervento chirurgico con livelli di emoglobina troppo bassi e conseguente rischio di trasfusioni di sangue.
Per ridurre il dolore e diminuire l’abbondante flusso durante le mestruazioni si può ricorrere, infine, a:
- farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS);
- acido tranexanico.
Quando operare il fibroma uterino
L’intervento chirurgico per la rimozione del fibroma uterino è preso in considerazione quando:
- la neoformazione cresce velocemente;
- la terapia farmacologica non è in grado di limitare l’ipermenorrea, con conseguente anemia;
- il dolore non è controllabile con i farmaci;
- si presentano problemi all’apparato urinario dati dalla compressione del fibroma;
- infertilità;
- poliabortività.
A questo proposito, la scelta ricade su due tipologie di intervento:
- la miomectomia, nelle pazienti in età fertile;
- l’isterectomia, nelle donne in menopausa.
Miomectomia
La miomectomia consiste nella rimozione dei soli fibromi, preservando l’utero.
L’intervento può essere eseguito con tecnica:
- laparotomica, con ampio accesso addominale;
- laparoscopica, con piccole incisioni addominali;
- isteroscopica, con accesso vaginale.
Le ultime due tecniche sono considerate mini-invasive, per cui sono preferite alla laparotomia, che mostra un post-operatorio più lungo e doloroso.
Isterectomia
L’isterectomia è un intervento demolitivo, cosiddetto radicale e prevede la rimozione dell’utero. Può essere:
- totale, in cui si rimuove completamente l’utero;
- subtotale, in cui il collo dell’utero viene conservato.
L’isterectomia totale è generalmente associata all’annessiectomia bilaterale, la rimozione delle ovaie e delle tube di Faloppio, nelle donne in menopausa.
Anche in questo caso l’intervento può essere eseguito in laparotomia o in laparoscopia, preferendo anche in questo caso in assenza di fattori di rischio o sospetto oncologico la seconda modalità.