Wolff Parkinson White: sintomi e percorso di cure
La sindrome di Wolff Parkinson White è una malattia congenita che interessa il circuito elettrico cardiaco, in cui è presente una via di conduzione accessoria chiamata fascio di Kent.
I trattamenti della condizione sono diversi, presi in considerazione in base all’età di diagnosi e alle condizioni generali di salute del paziente.
La sindrome di Wolff Parkinson White
Durante la gravidanza, la conduzione cardiaca del feto viene regolata da diversi fasci, che vengono a mancare dopo la nascita: l’unico che dovrebbe permanere è il fascio di Hiss, ma nel caso della sindrome di Wolff White Parkinson, ne permane un altro, ovvero il fascio di Kent.
Il fascio di Kent collega l’atrio al ventricolo, per cui quando arriva il segnale di contrazione agli atri, questo bypassa il nodo atrio-ventricolare, contraendo con qualche millisecondo di anticipo i ventricoli.
Il nodo atrio-ventricolare, infatti, rallenta la conduzione elettrica, per permettere la contrazione sequenziale e distribuisce la restante carica elettrica ai ventricoli attraverso il fascio di Hiss.
È caratteristica della condizione l’onda delta visibile con l’elettrocardiogramma e l’intervallo pq più breve.
Si presenta principalmente nella popolazione maschile in giovane età, e non viene considerata una malattia rara, in quanto l’incidenza sulla popolazione è di 1 su 450.
I sintomi
Il sintomo principale della sindrome di Wolff Parkinson White (wpw) è la tachicardia parossistica sopraventricolare, in cui si manifesta una frequenza cardiaca accelerata (tra i 160 e i 220 battiti al minuti), la cui caratteristica principale è l’insorgenza improvvisa.
Questa condizione non è di per sé fatale, ma può portare a:
- cali di pressione improvvisi;
- palpitazioni;
- vertigini;
- perdita di coscienza.
In caso di fibrillazione atriale, tuttavia, la frequenza cardiaca può arrivare a livelli molto alti, esitando in fibrillazione ventricolare, potenzialmente fatale se non trattata immediatamente.
Sindrome di wolff parkinson white nei bambini
Nei bambini, l’aritmia della Wolff Parkinson White può mostrarsi con:
- respiro affannoso;
- stanchezza;
- perdita dell’appetito;
- insufficienza cardiaca (difficoltà del cuore di pompare il quantitativo sufficiente di sangue).
Cosa fare con la sindrome di Wolff Parkinson White
I trattamenti della sindrome di Wolff Parkinson White variano in base a:
- l’età del paziente;
- la presenza di fibrillazione atriale.
Si prescrive:
- il trattamento farmacologico nei pazienti anziani;
- crioablazione e ablazione in radiofrequenza nei pazienti giovani.
La tachicardia parossistica sopraventricolare può essere risolta con manovre atte a stimolare il nervo vago (manovre vagali), con maggiore efficacia se eseguite nel momento di insorgenza della tachicardia.
L’intervento è, comunque, risolutivo della condizione, con percentuali di successo elevate: per questo viene eseguito soprattutto nei pazienti giovani, in quanto la terapia farmacologica deve essere portata avanti per tutta la vita.
Farmaci
Nei casi in cui le manovre vagali non siano sufficienti, si somministrano al paziente farmaci quali:
- verapamil;
- adenosina;
- digossina (solo nei bambini sotto i 10 anni, in quanto negli adulti può causare fibrillazione atriale).
Ablazione transcatetere
L’ablazione transcatetere è risolutiva della condizione, in quanto distrugge il condotto anomalo tramite un ablatore che genera calore ed evita l’anticipazione della conduzione elettrica.
L’ablazione vera e propria è preceduta dall’analisi delle caratteristiche elettriche del muscolo cardiaco, con l’inserimento di sondini tramite la vena femorale o dal collo, che prende il nome di studio elettrofisiologico.
L’intervento ha una durata compresa tra le 3 e le 5 ore: eseguito in anestesia generale, viene considerato un trattamento sicuro, con una percentuale di successo che si attesta al 95% dei casi.