L’esofago di Barrett: sintomi, diagnosi e percorso di cure
L’esofago di Barrett è una condizione patologica in cui le cellule della parte inferiore dell’esofago vengono sostituite da una mucosa simile a quella presente all’interno dell’intestino, in risposta alla risalita costante dei succhi gastrici.
In termini medici si fa riferimento a questa condizione con il termine metaplasia: risulta essere, comunque, un disturbo di natura benigna, ma se non tenuto sotto controllo può favorire lo sviluppo di un tumore all’esofago.
L'esofago di Barrett
L’esofago di Barrett è la conseguenza della risalita dei succhi gastrici nell’esofago in maniera prolungata: viene considerato una complicanza della malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE).
L’esofago, per difendersi dalla risalita degli acidi gastrici, modifica il suo epitelio, assumendo caratteristiche simili all’intestino.
L’epitelio anomalo risulta essere una condizione pre-cancerosa, in quanto le cellule possono tendere ad una replicazione incontrollata.
Possono essere riscontrati alcuni fattori di rischio che causano la MRGE e successivamente l’esofago di Barrett; questi comprendono:
- sovrappeso e obesità;
- consumo di alcol;
- tabagismo;
- la presenza di ernia iatale;
- familiarità con la patologia.
Gli individui di sesso maschile, soprattutto sopra i 50 anni, risultano maggiormente predisposti allo sviluppo dell’esofago di Barrett.
I sintomi dell'esafago di Barrett
La sintomatologia è legata alla malattia da reflusso gastro-esofageo, in quanto diretta conseguenza di questa.
Pertanto si manifesterà con:
- bruciore alla bocca dello stomaco;
- rigurgito acido;
- problemi durante la fase di deglutizione.
In rari casi il sanguinamento, ovvero la presenza di:
- anemia;
- feci nere;
- sangue nel vomito,
può essere la prima manifestazione della malattia.
La classificazione dell'esofago di Barrett
Per una classificazione accurata dell’esofago di Barrett, è necessaria l’esecuzione di una esofagogastroduodenoscopia, con la quale sarà possibile prelevare un campione di tessuto (biopsia esofagea) per l’analisi istologica.
Grazie alla conformazione dell’endoscopio, sarà possibile visualizzare su schermo la zona lesa e la gravità della condizione.
La biopsia, infine, viene effettuata in caso vengano visualizzate anomalie dell’epitelio inserendo all’interno dell’endoscopio un piccolo strumento per il prelievo.
L’esame istologico servirà a comprendere l’eventuale presenza di displasia, analizzando le cellule anomale: all’aumentare del grado della displasia, aumenta anche il rischio di sviluppare adenocarcinoma.
Ad ogni modo, la displasia è un processo reversibile, da trattarsi il più presto possibile, onde evitare l’evoluzione neoplastica.
Le cure per l’esofago di Barrett
Il trattamento dell’esofago di Barrett mira:
- al controllo della malattia da reflusso gastro-esofageo;
- al ripristino delle cellule affette da metaplasia.
Il primo obiettivo può essere raggiunto con farmaci inibitori della pompa protonica, che riducono l’acidità dei succhi gastrici ed evitano l’insorgenza dei sintomi: tuttavia, questi non riescono a ripristinare le cellule displastiche.
I casi lievi vengono, dunque, trattati con i suddetti farmaci, associati a controlli periodici endoscopici dell’esofago ogni 1 o 2 anni.
Le displasie gravi, invece, richiedono dei trattamenti ablativi con radiofrequenza; in casi molto gravi, anche se raramente, si può procede con l’asportazione del tratto interessato.