L’elettrocardiogramma sotto sforzo: 3 domande frequenti
L’elettrocardiogramma sotto sforzo (o test da sforzo) è un esame che valuta l’attività cardiaca non a riposo, tramite esercizio fisico o somministrazione farmacologica.
Viene eseguito generalmente durante una corsa su un tapis roulant o su una cyclette, con degli elettrodi adesivi sul torace e sul dorso.
La durata di un ECG sotto sforzo è di circa 20 minuti e prima dell’inizio viene effettuato un elettrocardiogramma (ECG) a riposo, per metterne poi in relazione i risultati, permettendo anche di scoprire il limite all’attività fisica del paziente.
Elettrocardiogramma sotto sforzo: quando farlo?
L’elettrocardiogramma sotto sforzo viene prescritto dal medico in caso di sospette patologie cardiache.
Questo esame rientra nelle prime fasi di controllo, il cosiddetto "screening cardiaco", specie se non ci sono sintomi gravi e che possano indicare patologie severe, venendo associato ad altri accertamenti come analisi del sangue.
Alle volte, è possibile che in questo esame vengano effettuati degli altri test per migliorarne l’accuratezza, come l’ecografia e la scintigrafia con radionuclidi, un’iniezione di traccianti al momento del massimo sforzo che verrà valutata dopo 4 ore o il giorno successivo.
Modifiche nei parametri analizzati nella scintigrafia sotto sforzo rispetto a quanto rilevato a riposo permettono la diagnosi di ischemia da sforzo.
Nei casi in cui in questi esami vengano riscontrate delle problematiche a livello cardiaco, si procederà con esami più specifici, come:
- holter;
- ecocardiogramma;
- ecografia transesofagea;
- coronografia;
- biopsia del miocardio (nei casi di diagnostica complessa).
Cosa si ricerca con l'elettrocardiogramma da sforzo?
Considerando che il test mira a valutare la condizione del cuore sotto sforzo, i risultati permettono al medico di distinguere tra cardiopatie e patologie non legate al cuore, che possono influire negativamente sulla salute del paziente, come:
- problemi polmonari;
- anemia;
- scarse condizioni di benessere date da sedentarietà eccessiva.
L’attività controllata permette, dunque, di identificare condizioni anomale del cuore che spesso possono essere silenti a riposo, come:
- aritmie (variazioni del battito cardiaco);
- cardiopatia ischemica (incapacità delle coronarie di portare sangue e ossigeno al cuore).
Nei casi in cui il paziente manifesti anche un’attività a riposo anomala che rende difficile l’interpretazione delle alterazioni legate allo sforzo, si può integrare l’esame con la scintigrafia.
Come si svolge l’ECG sottosforzo?
Come anticipato, viene effettuata una prima misurazione dell’attività cardiaca del paziente a riposo, applicando degli elettrodi adesivi sul dorso e sul torace.
Il paziente successivamente viene fatto camminare su un tapis roulant o su una cyclette per 20 minuti, aumentando la resistenza del macchinario in modo progressivo.
L’obiettivo è quello di raggiungere una frequenza cardiaca predeterminata, che verrà messa in rapporto con la media dei pazienti della stessa età e dello stesso sesso.
In questo lasso di tempo, il medico presterà attenzione ai sintomi che il paziente accuserà, ad esempio:
- capogiri;
- dolori al petto;
- fiato corto;
- stanchezza eccessiva.
Se le condizioni sopra elencate dovessero essere di forte entità o se nell’ECG, o nella misurazione della pressione arteriosa, si dovessero verificare delle anomalie, l’esame verrà immediatamente interrotto.
Nei pazienti che non sono in grado di sopportare l’attività fisica (ad esempio nei grandi anziani o negli individui con problemi di deambulazione), lo sforzo del cuore viene indotto tramite farmaci.
La somministrazione prevede l’utilizzo di sostanze come:
- il dipiridamolo;
- la dobutamina;
- l’adenosina,
che simulano l’attività del cuore sotto sforzo e permettono una valutazione adeguata.