La prostatectomia radicale laparoscopica robot-assistita: cos’è, quando è indicata e come si esegue
La prostatectomia radicale laparoscopica robot-assistita è un intervento chirurgico mini invasivo utilizzato per l’asportazione della prostata, indicato, ove possibile, per il trattamento del carcinoma prostatico.
La prostatectomia radicale laparoscopica
La prostatectomia radicale laparoscopica robot-assistita consente di accedere alla prostata tramite piccole incisioni sull’addome, attraverso le quali vengono inseriti strumenti chirurgici e una telecamera per guidare l’operazione.
Rispetto alla chirurgia tradizionale a cielo aperto, la laparoscopia alla prostata robot-assistita offre numerosi vantaggi, tra cui:
- un recupero più rapido;
- una riduzione delle perdite ematiche durante l’intervento;
- una riduzione dei tempi di degenza post-operatoria.
Tale aspetto comporta minor dolore post-operatorio e una migliore estetica delle cicatrici.
Quando è indicata la prostatectomia laparoscopica robot-assistita?
La prostatectomia laparoscopica robot-assistita è una procedura chirurgica utilizzata come trattamento per il cancro alla prostata, che si è sviluppata con l’evoluzione delle tecnologie robotiche.
Consiste nell’asportazione della prostata e delle vescicole seminali per garantire l’eliminazione completa del tumore e assicurare la radicalità oncologica.
Questo intervento è consigliato sia per:
- i tumori confinati all’interno della prostata (tumore organo-confinato);
- per i tumori che si estendono oltre la capsula prostatica (tumore localmente avanzato) o che sembrano coinvolgere i linfonodi regionali.
Come si svolge la prostatectomia radicale laparoscopica
L’intervento di prostatectomia radicale laparoscopica si esegue sotto anestesia generale e ha una durata compresa tra le 2 e le 4 ore.
Il chirurgo pratica alcune piccole incisioni sull’addome, attraverso le quali si introducono gli strumenti chirurgici e una telecamera ad alta risoluzione.
La telecamera, dotata di visione 3D, permette al chirurgo di visualizzare con precisione l’area da trattare.
La prostata viene rimossa insieme alle vescicole seminali e, se necessario, si procede con la dissezione dei linfonodi pelvici per verificarne l’eventuale coinvolgimento tumorale.
Una volta rimossa la prostata, il chirurgo riconnette l’uretra alla vescica per ripristinare il normale flusso urinario, eseguendo in una prima fase la ricostruzione posteriore (Punto di Rocco) e, in una seconda fase, l’anastomosi del collo vescicale con l’uretra.
Per garantire una guarigione corretta, si posiziona un catetere vescicale, che verrà rimosso dopo 7 giorni dall’intervento, previa esecuzione di una cistografia ove necessario.
I vantaggi della prostatectomia laparoscopica robot-assistita
Rispetto alla chirurgia tradizionale, la tecnica laparoscopica robot-assistita offre numerosi benefici:
- minore invasività ;
- recupero più rapido;
- minore perdita di sangue, in quanto l’approccio laparoscopico riduce il rischio di emorragie intraoperatorie;
- migliore estetica, perché le cicatrici risultano più piccole e meno visibili rispetto a quelle della chirurgia a cielo aperto;
- maggiore precisione grazie alla visualizzazione ingrandita e in 3D, che consente al chirurgo di preservare meglio le strutture nervose che controllano la funzione erettile.
Rischi e complicanze
Come ogni intervento chirurgico, la prostatectomia radicale laparoscopica robot-assistita comporta alcuni rischi. Tra le complicanze possibili si annoverano:
- incontinenza urinaria;
- disfunzione erettile;
- infezioni;
- trombosi venosa profonda, rischio comune in qualsiasi intervento maggiore, ridotto con la mobilizzazione precoce e l’uso di calze compressive.
Il recupero post-operatorio
Dopo l’intervento, il paziente rimane in ospedale per circa 2 giorni per monitorare la ripresa.
Il catetere urinario si rimuove generalmente entro una settimana.
La riabilitazione comprende esercizi per rafforzare il pavimento pelvico e migliorare la continenza urinaria.
Le visite di follow-up sono fondamentali per monitorare la guarigione, verificare l’assenza di recidive tumorali e gestire eventuali complicanze.
La maggior parte dei pazienti riprende le normali attività quotidiane entro 4-6 settimane dall’intervento.