Le 4 fasi del parto naturale: dal travaglio alla nascita del bambino
Il parto naturale è la fase finale di una gravidanza, ovvero l’effettiva nascita del bambino.
Il parto naturale
Generalmente il parto si suddivide in quattro fasi:
- prodromica;
- dilatante;
- espulsiva;
- secondamento.
Fase prodromica
La fase prodromica è la fase in cui avviene la transizione dalla gravidanza al travaglio.
Si manifesta con la comparsa delle prime contrazioni fastidiose, irregolari e poco intense.
Durante la fase prodromica, solitamente, avviene anche la perdita del tappo mucoso, ovvero uno spesso strato di muco che protegge la cervice e il collo uterino dai batteri e dagli agenti esterni.
La durata di questa fase del parto è molto variabile: può protrarsi per poche ore fino a oltre un giorno.
Fase dilatante
La fase dilatante è quella che segna l’inizio vero e proprio del travaglio, quando il collo uterino raggiunge circa i 4 centimetri di dilatazione.
In questa fase del parto le contrazioni diventano più ravvicinate, regolari e dolorose; di norma, ogni contrazione dura tra i 40 e i 60 secondi, con un intervallo di 3-5 minuti tra l’una e l’altra.
Se non è già successo durante la fase prodromica, durante la fase dilatante si perde il tappo mucoso e avviene la cosiddetta rottura delle membrane, ovvero la fuoriuscita del liquido dal sacco amniotico.
In caso non avvenga naturalmente, la rottura delle membrane può essere a carico dell’ostetrica o del medico.
Anche la durata di questa fase è molto variabile, ma comunque non dovrebbe superare le 18 ore, in caso sia il primo parto, mentre i tempi si accorciano nei parti successivi.
Convenzionalmente, la fase dilatante può dirsi conclusa quando si sia raggiunta la massima dilatazione, ovvero 10 centimetri.
Fase di transizione
Tra la fase dilatante e la fase espulsiva, solitamente vi è una fase di transizione, o latenza, che può durare da mezz’ora fino a un’ora.
In questa fase del parto, si ha la sensazione che le contrazioni si siano interrotte, nonostante il travaglio stia procedendo.
Si tratta di una pausa fisiologica che finisce, in genere, quando la paziente inizia ad avvertire i premiti, ovvero la sensazione di spingere.
Fase espulsiva del parto naturale
È la fase del parto in cui la partoriente asseconda i premiti e spinge, fino all’espulsione del feto.
Per la fase di spinta, la paziente può assumere posizioni diverse, come quella accovacciata o in piedi; in ogni caso, è consigliabile che assuma la posizione più comoda per agevolare le spinte.
Nel corso di questa fase, le funzioni vitali e cardiache della paziente e del feto sono costantemente monitorate dal personale ostetrico.
La durata della fase espulsiva può variare:
- fino a due ore per un primo parto, con una media di 50 minuti;
- fino a tre ore se la paziente è stata sottoposta all’epidurale;
- fino a un’ora per i parti successivi al primo, con una media di 20 minuti.
Avvenuta l’espulsione del feto, si procede alla recisione del cordone ombelicale in tempi variabili se il bambino è in buone condizioni.
Fase di secondamento
L’ultima delle fasi del parto, la fase di secondamento consiste nell’espulsione della placenta.
Normalmente, il secondamento avviene in maniera naturale entro circa mezz’ora dalla fine della fase espulsiva; in caso, dopo un’ora, la placenta non sia ancora stata espulsa si procede all’estrazione chirurgica sotto anestesia.