L’episiotomia: come si svolge, conseguenze e guarigione
L’episiotomia è una pratica chirurgica che consiste nell’incisione del perineo della paziente per agevolare il passaggio del feto durante il parto.
L’episiotomia
L’episiotomia, nota anche come perineotomia, è un’operazione chirurgica che consiste in un’incisione nel perineo della paziente, durante la fase espulsiva del parto, per agevolare il passaggio del feto.
I casi in cui viene praticata l’episiotomia sono diversi, ad esempio:
- quando c’è il rischio di una lacerazione vaginale, è preferibile agire chirurgicamente;
- quando la vagina non si dilata a sufficienza, soprattutto in caso in cui il travaglio sia troppo breve;
- se la posizione del bambino è anomala, ad esempio quando il feto nel periodo espulsivo guarda avanti anziché dietro;
- se la testa del bambino è troppo grande rispetto all’apertura vaginale;
- quando la condizione fetale non è rassicurante ed è necessario che il parto avvenga il prima possibile.
Le conseguenze dell'episiotomia
Come in tutte le operazioni chirurgiche, anche nel caso dell’episiotomia possono presentarsi delle conseguenze indesiderate.
Ad esempio:
- perdite ematiche abbondanti;
- dolore nella zona dell’incisione, che può durare diverse settimane;
- infezioni post-operatorie e formazione di fistole (rare!);
- incontinenza causata dalla lacerazione dei muscoli del perineo (più che con l’episiotomia questa può essere correlata con il parto difficile).
Come si svolge l’episiotomia
Quando il medico ritiene che sia necessario intervenire con un’episiotomia, è necessario che sia già presente una distensione dei tessuti, perciò la testa del bambino dovrebbe già trovarsi in profondità nel canale del parto.
Lo strumento utilizzato sono delle forbici chirurgiche.
L’incisione può essere di due tipi:
- mediana, quando il taglio viene effettuato verticalmente;
- mediolaterale, quando l’incisione parte dalla parte inferiore della vulva (forchetta) e prosegue in direzione del gluteo destro.
Questo tipo di intervento viene eseguito in anestesia locale, a meno che la paziente non sia già stata sottoposta all’analgesia epidurale.
L’intervento si conclude con la sutura dell’incisione (episiorrafia), dopo che il bambino è nato.
La guarigione dall'episiotomia
I tempi di guarigione possono variare, ma solitamente sono circoscritti fra le due e le sei settimane.
Per i primi 40 giorni dopo l’operazione, la ferita verrà monitorata costantemente durante i controlli di routine, per evitare che si presentino infezioni.
Durante la cicatrizzazione, ovvero la fase immediatamente successiva all’episiorrafia, è estremamente importante che la zona interessata sia disinfettata e igienizzata più volte al giorno, soprattutto dopo la minzione e la defecazione. È inoltre essenziale asciugare bene la zona, usando un asciugamano delicato per tamponare.
Per evitare di imporre un’eccessiva pressione sulla zona vaginale, è consigliato adoperare un cuscino a “ciambella”, che può anche aiutare a non acutizzare il dolore.
Il dolore è generalmente considerato sopportabile, ma in alcuni casi alla paziente potrebbe essere consigliata l’assunzione di paracetamolo, altri tipi di analgesici leggeri o uno spray anestetizzante.