La mammografia: lo screening e la diagnosi del cancro al seno
La mammografia è un esame utile per diagnosticare precocemente il cancro al seno.
Attraverso l’esposizione a raggi ionizzanti (raggi x) è possibile indagare la struttura interna dela ghiandola mammaria.
La mammografia
La mammografia può avere due finalità:
- clinico-diagnostica, per accertare la natura di un nodulo, individuato dalla paziente e/o dal suo medico di base;
- di screening, per l’individuazione di formazioni neoplastiche ancora non visibili; può essere effettuata anche la mammografia 3d.
Non richiede una preparazione particolare, se non evitare, il giorno dell’esame, l’applicazione sotto le braccia e sul seno di:
- deodoranti;
- talco;
- altre sostanze,
che possono falsare i risultati dell’esame.
Si utilizza il mammografo, che proietta un fascio di raggi x direttamente sulla zona d’interesse: per facilitare la radiografia, la mammella si posiziona su due piatti plastificati e leggermente compressa, permettendo la dissociazione dei tessuti adiposi e ghiandolari.
Nel caso di screening, si effettua una mammografia bilaterale: si effettuano due radiografie per mammella, una dall’alto e una di lato, per un totale di 4.
Quando si utilizza a fini diagnostici possono essere necessarie più proiezioni, con eventuali ingrandimenti e approfondimenti.
Nelle donne sotto i 40-45 anni la radiografia può risultare meno leggibile, in quanto la ghiandola mammaria risulta più densa: in questi casi, in sostituzione, può essere eseguita un’ecografia mammaria.
Quando fare una mammografia?
Nelle pazienti con età superiore ai 45 anni, in cui il tessuto adiposo del seno è maggiore, la mammografia permette l’individuazione di masse tumorali molto piccole, all'ordine del millimetro.
Sarebbe preferibile eseguire l’esame nei primi 14 giorni del ciclo mestruale, in quanto l’addensamento e la tensione della ghiandola mammaria sono inferiori.
Per le donne che si devono sottoporre a questo esame, è importante escludere uno stato di gravidanza per evitare una possibile esposizione dell’embrione ai raggi x che, sebbene di basso livello, possono provocare malformazioni, soprattutto nei primi mesi di gravidanza.
La mammografia fa male?
La mammografia è una procedura semplice e non dolorosa, dalla durata media di 10 minuti.
Solo in casi di ipersensibilità la procedura può provocare un leggero fastidio, dato dalla compressione, ma l’esame è generalmente veloce e indolore.
Le radiazioni ionizzanti non sono pericolose, specialmente con l’avvento delle tecnologie digitali, che hanno diminuito la quantità di raggi X rilasciata rispetto alla tecnica tradizionale.
La differenza tra ecografia mammaria e mammografia
Le due metodologie risultano differenti per quanto riguarda la strumentazione utilizzata.
La mammografia, come detto prima, utilizza radiazioni ionizzanti che vengono poi assorbite dall’organismo, mentre l’ecografia utilizza una sonda che emette ultrasuoni.
Vengono utilizzate, comunque, in modo complementare.
Nelle donne sotto i 40-45 anni, l’ecografia mammaria offre maggiori informazioni sullo stato della ghiandola, per via della maggiore densità; le onde sonore vengono riflesse dai tessuti in modo differente, permettendo l’individuazione di:
- neoformazioni;
- lo stato del contenuto delle neoformazioni (solido o liquido);
- fibroadenomi;
- zone di mastopatia cistica.