Ipertensione: valori e gradi di severità
L'ipertensione arteriosa è definita quando la massima supera i 140 mmHg e la minima i 90.
Per ipertensione si intende la condizione in cui la pressione arteriosa a riposo di un individuo risulti più alta rispetto alla media della sua età.
Va specificato che questo fenomeno si intende come costante e non occasionale, in quanto numerose situazioni giornaliere possono innalzare la pressione: si parla, dunque, di ipertensione quando la condizione è persistente.
Per comprendere in che modo si misura e quando risulta pericolosa, è necessaria una breve introduzione sui valori utilizzati per la misurazione, ovvero la pressione arteriosa:
- sistolica (PAS);
- diastolica (PAD);
- differenziale o media (PAM).
L'ipertensione
I valori della pressione si considerano alti, o meglio si parla di ipertensione, quando:
- la pressione sistolica (massima) supera i 140 mmHg;
- la pressione diastolica (minima) supera i 90 mmHg.
Queste sono indicazioni generali, che comunque vanno valutate in base al profilo del paziente e a seguito di un’accurata analisi medica.
L’ipertensione, comunque, si considera pericolosa in quanto l’aumento della pressione porta il cuore a lavorare di più, sollecitando anche le pareti dei vasi sanguigni.
Questo lavoro eccessivo può esitare in crisi ipertensiva, aumentando significativamente il rischio di subire un infarto o un ictus.
Pressione 140-90: mi devo preoccupare?
I valori a seguire, che vengono periodicamente aggiornati dall’OMS, definiscono il grado di severità della pressione arteriosa:
La pressione arteriosa
La pressione arteriosa è la forza che il sangue esercita contro le pareti dei vasi sanguigni, a seguito dell'azione di pompa svolta dal cuore.
I valori di pressione arteriosa dipendono essenzialmente da due fattori:
- gittata cardiaca, il sangue spinto dal ventricolo sinistro verso l’aorta in un dato lasso di tempo;
- resistenza al flusso data dai vasi sanguigni.
Misurata in millimetri di mercurio (mmHg) e in stato di riposo, la pressione arteriosa è solitamente definita attraverso due valori.
Pressione arteriosa sistolica
La pressione arteriosa sistolica, comunemente denominata pressione massima, è data da:
- il volume di sangue che il cuore riesce a spingere;
- dalla forza con cui i ventricoli si contraggono.
Pressione arteriosa diastolica
La pressione arteriosa diastolica, comunemente denominata pressione minima, è la pressione arteriosa che si ha nella diastole, la fase di rilassamento del cuore.
Pressione arteriosa differenziale
La differenza tra:
- pressione arteriosa sistolica;
- pressione arteriosa diastolica,
si esprime con il valore di pressione arteriosa differenziale.
La pressione arteriosa differenziale non è, comunque, un fattore diagnostico in sé, ma si considera un buon indicatore della rigidità dell’albero arterioso.
I valori della pressione
Per fare un esempio, la pressione di un ragazzo di 19 anni, con valori normali, avrà i seguenti valori:
- sistolica: 120 - 125 mmHg;
- diastolica: 70 - 75 mmHg;
- differenziale: 40 - 45 mmHg.