Alluce valgo: sintomi, cause e percorso di cure
L’alluce valgo è una deformità che riguarda il primo metatarso del piede che tende a deviare in varo.
Nelle deformità più marcate, l'alluce valgo può portare le dita adiacenti in griffe, a causa della mancanza di spazio, o nei casi ancora più gravi alla sovrapposizione del secondo dito sull’alluce.
L'anatomia dell’avampiede porta ad un’alterazione della biomeccanica e, di conseguenza del passo, e al coinvolgimento dei tessuti molli, la formazione della cosiddetta “cipolla”.
Questa può arrivare ad un grado di infiammazione tale (borsite), da ulcerarsi con conseguente rischio infettivo.
Colpisce soprattutto persone in età matura, in maggioranza di sesso femminile: è la prima causa di chirurgia del piede nella donna e la seconda nell'uomo, dopo l'alluce rigido.
L’alluce valgo
L’alluce valgo è una condizione in cui la base dell’alluce punta verso l’esterno, mentre la punta verso l’interno. È una condizione molto comune, soprattutto nel sesso femminile ed è tra le più diffuse al mondo.
La motivazione per cui si verifica questo fenomeno va ricercata in una deviazione del I° osso metatarsale o nell’osso dell’alluce, che può trovarsi addirittura sovrapposto al secondo dito del piede.
È la prima causa di chirurgia del piede nella donna e la seconda nell'uomo, dopo all'alluce rigido.
La diagnosi di alluce valgo è quasi sempre semplicissima ed è il paziente stesso a formularla, prima ancora di sottoporsi ad una visita specialistica.
Più complesso è analizzarne le cause che possono essere svariate.
I sintomi dell’alluce valgo
Le manifestazioni sintomatologiche dell’alluce valgo sono diverse, risultando in alcuni addirittura asintomatico.
Le fasi più avanzate, invece, mostrano generalmente sintomi evidenti e fastidiosi, come
- dolore forte all’altezza della protuberanza, nella deambulazione o al secondo dito;
- rossore della pelle;
- gonfiore;
- pelle callosa.
L’alluce valgo, inoltre, può portare ad alterazioni del passo e a vere e proprie lesioni ossee, in virtù del ruolo che ricopre nella deambulazione.
Le cause
Spesso sono già presenti casi di alluce valgo in famiglia, per cui si riconosce una componente ereditaria tra le cause principali.
Altri fattori possono essere:
- eccessiva rotazione dell’alluce;
- la presenza del piede piatto nell’infanzia;
- sovrappeso e obesità;
- patologie del tessuto connettivo (come la sindrome di Marfan).
Prevenzione
Non esistono metodiche per prevenire l’alluce valgo, in quanto, come detto sopra, è spesso un fenomeno ereditario o secondario ad altre patologie.
È, inoltre, una condizione che deve essere tenuta sotto controllo, in quanto tende al peggioramento nel tempo.
Per questo motivo, nelle prime fasi è opportuno prestare attenzione alla condizione:
- evitando di restare in piedi a lungo;
- utilizzando i plantari;
- prediligendo scarpe dalla calzata comoda.
La cura per l’alluce valgo
L’unico trattamento per la correzione dell’alluce valgo grave è l’intervento chirurgico.
Non esistono, infatti, trattamenti conservativi che consentono di ripristinare la forma naturale del piede, ma solo espedienti utili a gestire il dolore, come:
- l’utilizzo di scarpe comode;
- l’assunzione di farmaci antidolorifici;
- l’esecuzione di esercizi specifici.
Va detto, comunque, che questi trattamenti possono essere efficaci nei casi in cui il disturbo non degeneri, nel momento in cui l’alluce valgo non influisce sulla deambulazione e non sia particolarmente grave.
Diversamente, l’intervento chirurgico è la soluzione per il ripristino morfologico-funzionale del piede.
L'intervento chirurgico per l'alluce valgo
Per poter procedere con l’intervento chirurgico per la correzione dell’alluce valgo è necessario considerare alcuni fattori fondamentali, tra cui:
- l’età (nel bambino si attende il termine della fase di accrescimento);
- lo stile di vita del paziente;
- l’eventuale presenza di patologie che influiscono sul processo di guarigione.
Il trattamento chirurgico dell’alluce valgo prevede in primo luogo la resezione di una porzione dell’osso e il suo riposizionamento.
Può essere eseguito sia con tecnica:
- open, in cui si esegue un’incisione all’altezza della protuberanza, con accesso diretto;
- mini-invasiva, grazie all’utilizzo del microscopio chirurgico, inserito tramite piccoli accessi.
Tendenzialmente si preferisce la tecnica mini-invasiva, in quanto:
- piccole incisioni;
- tessuti molli preservati;
- minor tempo chirurgico;
- una ripresa più veloce.
Questa tecnica può prevedere o meno l’utilizzo di mezzi di sintesi, ovvero di viti in grado di mantenere l’osso osteotomizzato nella posizione desiderata.
L’intervento può essere eseguito con un ricovero in day-hospital, in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale o privatamente.
In quest’ultimo caso è possibile programmare sia un day-hospital che il ricovero di una notte.
Il paziente è autonomo fin da subito e camminerà grazie ad un'apposita scarpa post-operatoria, sulla quale potrà appoggiare il peso del corpo già nell’immediato post-operatorio, senza l’uso obbligato delle stampelle.
Il riposo è comunque consigliato per i primi 15 giorni in modo da permettere la corretta guarigione delle seppur piccole incisioni e della correzione ossea ottenuta.