Il test di Schirmer: indicazioni, valori, positività e durata
Il test di Schirmer misura la quantità di lacrime secrete presenti sulla superficie oculare.
Viene utilizzato come test diagnostico di diverse patologie in cui la secrezione lacrimale risulta diminuita.
Il test di Schirmer è uno degli esami diagnostici più utilizzati dagli specialisti per individuare eventuali patologie o sindromi legate all’occhio secco.
Si tratta di un esame non invasivo solitamente eseguito dopo l’istillazione di colliri anestetizzanti che quindi non comporta alcun fastidio al paziente.
Questo test è quindi ben tollerato da qualsiasi tipo di paziente e viene sempre più utilizzato per le valutazioni dello stato di salute degli occhi.
Chiamato anche test della lacrimazione, permette in pochi minuti di avere un’analisi quantitativa sufficientemente accurata della lacrimazione e della secchezza oculare.
Si esegue in genere quando il paziente presenta problemi come:
- fotofobia, ovvero fastidio alla luce diretta;
- fastidio all’apertura delle palpebre;
- sensazione di corpo estraneo sulla superficie oculare;
- visione confusa;
- affaticamento visivo;
- eccessivo rossore.
Il Test di Schirmer
L’esame di Schirmer è un test molto semplice e che può essere eseguito senza nessun tipo di disturbo. Si svolge in modo non invasivo e dura pochi minuti.
Il test si esegue collocando una striscia di carta molto sottile, chiamata bibula millimetrata, in entrambi gli occhi all’interno del fornice congiuntivale.
Durante l’esecuzione dell’esame il paziente deve tenere chiusi gli occhi, in quanto la stimolazione delle ciglia può alterare il risultato del test.
Dopo aver lasciato la cartina in posizione per pochi minuti, l’oculista misura l’assorbimento della lacrima valutando la porzione di carta che risulta inumidita.
Test di Schirmer positivo
Se i valori del test di Schirmer inferiore allo standard di 10 mm per gli anziani e di 15 mm per i pazienti giovani si possono diagnosticare situazioni di:
- ipo-lacrimazione;
- eccessiva evaporazione lacrimale (dislacrimia);
- secchezza oculare.
È bene tener presente che le variazioni legate all’età sono del tutto normali e che in media l’occhio di un paziente anziano presenta maggior secchezza.
Dopo aver diagnosticato il disturbo, questo verrà considerato nel suo insieme per capire se la condizione è dovuta all’ambiente di lavoro o quotidiano non idoneo, o se correlato a una malattia specifica oculare o sistemica.
È bene, inoltre, specificare che non esistono controindicazioni nell’esecuzione di questo esame: il paziente potrebbe avere una leggera sensazione di fastidio temporaneo legato al corpo estraneo immesso nell’occhio, ma niente più.
Nei casi di eccessivo fastidio, infine, l’oculista può provvedere a somministrare alcune gocce di collirio anestetico.
Le indicazioni per il test di Schirmer
Il test per la secchezza oculare viene eseguito per individuare diverse patologie e condizioni, come:
- sindrome di Sjögren;
- sindrome dell’occhio secco;
- lupus eritematoso sistemico;
- artrite reumatoide;
- sclerosi sistemica;
- altre malattie autoimmuni.
Trova indicazione specifica anche per valutare se la secchezza oculare è dovuta a:
- eccessivo utilizzo di lenti a contatto;
- utilizzo di farmaci;
- congiuntivite cronica;
- blefarite.
Serve anche a monitorare gli esiti di un trattamento di chirurgia oftalmica, in quanto la secchezza oculare può essere un effetto secondario e temporaneo dovuto proprio ad un intervento.
La durata del test di Schirmer
Il test di Schirmer ha una durata molto breve: in media dura 5 minuti e non presenta alcun tipo di controindicazione specifica.
Non sono previste, inoltre, norme di preparazione specifiche per effettuare questo esame.