Il tumore delle ghiandole salivari: tipologie, sintomi, diagnosi e percorso di cura
Il tumore delle ghiandole salivari rappresentano una rara ma significativa patologia, con un'incidenza complessiva inferiore all'1% di tutte le diagnosi tumorali e circa il 2% dei tumori della testa e del collo.
Nonostante la loro rarità, queste neoplasie meritano particolare attenzione a causa delle loro implicazioni cliniche e della complessità nella gestione terapeutica.
Classificazione e tipologie di tumori delle ghiandole salivari
I tumori delle ghiandole salivari possono manifestarsi come forme benigne o maligne, ciascuna con caratteristiche distintive.
Le neoplasie benigne, come l'adenoma pleomorfo, sono più comuni nella parotide e presentano un tasso di malignità inferiore rispetto ai tumori delle altre ghiandole.
Tumore ghiandole sottomandibolari
Al contrario, nei tumori delle ghiandole sottomandibolari e salivari minori, la percentuale di malignità è più elevata.
I sintomi e i segni di tumore delle ghiandole salivari
I sintomi del tumore delle ghiandole salivari variano a seconda del tipo e della localizzazione del tumore.
Nei casi di tumori benigni, le masse sono spesso indolori, a crescita lenta e con margini regolari.
Tuttavia, nei tumori maligni, si possono manifestare:
- dolore loco-regionale;
- parestesie a livello del volto;
- difficoltà a deglutire;
- asimmetrie visibili tra i due lati di volto, collo e bocca;
- perdita di funzioni motorie.
La diagnosi e la valutazione dei tumori delle ghiandole salivari
Per una diagnosi accurata, è essenziale un'adeguata anamnesi del paziente e un esame obiettivo completo delle ghiandole salivari.
L'ecotomografia è spesso l'esame di prima scelta per confermare il sospetto diagnostico e identificare la sede anatomica della lesione.
Ulteriori tecniche di imaging, come la risonanza magnetica e la tomografia computerizzata, possono fornire informazioni dettagliate sulla diffusione e l'estensione del tumore.
Infine, per caratterizzare il tumore è necessario procedere con la biopsia per ottenere l’esame istologico in grado di guidare la scelta terapeutica.
Trattamento del tumore alle ghiandole salivari
La chirurgia rimane il trattamento di scelta per i tumori delle ghiandole salivari, soprattutto nei casi di neoplasie benigne.
Tuttavia, nei tumori maligni, il trattamento chirurgico può essere combinato con la radioterapia, soprattutto nei casi di incompleta radicalità chirurgica e, in alcuni casi, con la chemioterapia.
Quest’ultima ha un ruolo secondario nel trattamento delle neoplasie delle ghiandole salivari: viene in genere indicata nei tumori ad alto grado di malignità plurirecidivati e nei casi metastatici.
Intervento chirurgico
Essendo il principale approccio terapeutico, la chirurgia mira all'asportazione completa della massa tumorale, preservando al contempo la funzionalità delle strutture circostanti e minimizzando il rischio di recidive.
La complessità di questa procedura deriva dalla localizzazione delle ghiandole salivari, che spesso si trovano in prossimità di strutture vitali come:
- nervi facciali;
- vasi sanguigni.
L'obiettivo è garantire un esito estetico e funzionale ottimale, mantenendo la produzione di saliva e riducendo al minimo le complicanze post-operatorie.
Nei casi di tumori maligni di maggiori dimensioni o con coinvolgimento dei linfonodi regionali, può essere necessario ricorrere anche alla rimozione dei linfonodi interessati.
Prognosi e follow-up dei pazienti
La prognosi dipende dal tipo di tumore, dalla sua estensione e dalle condizioni generali di salute del paziente.
Un monitoraggio a lungo termine è essenziale per rilevare tempestivamente le recidive e per valutare l'efficacia del trattamento.
Il tipo di follow-up dipende dal rischio di recidiva, calcolato per il singolo paziente sulla base dello stadio iniziale di malattia e dei fattori di rischio individuali, oltre che dal tipo di trattamento effettuato.
Durante i controlli è necessario effettuare la visita clinica associata a visita otorinolaringoiatrica se indicato; può essere utile inoltre ricorrere a metodiche strumentali quali l'ecografia per la valutazione delle stazioni linfonodali del collo e la TC o la Risonanza Magnetica (RMN) con mezzo di contrasto per la valutazione di eventuali recidive locali di malattia.
La gestione psicosociale e il supporto per i pazienti e le loro famiglie sono altrettanto importanti per affrontare la complessità di questa patologia.