Lo shunt cerebrale: cos’è, quando si utilizza e come funziona
Lo shunt cerebrale è un dispositivo medico utilizzato per trattare condizioni che causano un accumulo anomalo di liquido cerebrospinale (LCS) nel cervello, come l’idrocefalo.
Lo shunt cerebrale
Il drenaggio cranico, o shunt cerebrale, consente di drenare l’eccesso di liquido cerebrospinale da una cavità cerebrale a un’altra parte del corpo, generalmente l’addome, dove può essere riassorbito.
È uno strumento fondamentale per ridurre la pressione intracranica e prevenire complicazioni neurologiche.
Quando si utilizza lo shunt cerebrale
Lo shunt cerebrale è indicato per condizioni in cui il flusso o il riassorbimento del liquido cerebrospinale è compromesso, causando un aumento della pressione intracranica.
Tra le principali indicazioni riportiamo:
- idrocefalo congenito o acquisito, caratterizzato da un accumulo di liquido cerebrospinale nei ventricoli cerebrali;
- idrocefalo normoteso, una forma che si manifesta negli adulti con sintomi come difficoltà di deambulazione, incontinenza urinaria e deterioramento cognitivo;
- emorragie cerebrali o traumi cranici, che possono alterare il normale flusso del liquido cerebrospinale;
- tumori cerebrali, che bloccano o ostruiscono le vie di drenaggio del liquido cerebrospinale.
La decisione di inserire uno shunt dipende dalla gravità della condizione, dalla risposta a trattamenti alternativi e dall’età del paziente.
Come funziona lo shunt cerebrale
Lo shunt cerebrale è un sistema costituito da tre componenti principali:
- catetere ventricolare, che viene posizionato nel ventricolo cerebrale per raccogliere il liquido cerebrospinale in eccesso;
- valvola di regolazione, che controlla il flusso del liquido cerebrospinale per evitare un drenaggio eccessivo o insufficiente;
- catetere distale, che trasferisce il liquido cerebrospinale in un’altra parte del corpo, solitamente nella cavità addominale (shunt ventricolo-peritoneale), meno di frequente direttamente nel cuore (shunt ventricolo-atriale) e ancora meno di frequente nella pleura (shunt ventricolo-pleurico).
La valvola può essere anche regolabile, consentendo ai medici di adattare il flusso in base alle esigenze del paziente senza necessità di un nuovo intervento chirurgico.
La procedura di inserimento dello shunt
L’intervento per posizionare uno shunt cerebrale avviene sotto anestesia generale e richiede circa 1-2 ore.
Il chirurgo effettua un’incisione nel cranio per inserire il catetere ventricolare nel cervello, connettendolo poi alla valvola che viene collocata sotto la cute, solitamente dietro l’orecchio.
Da qui, il catetere distale viene fatto passare sotto la pelle fino all’addome, dove il liquido cerebrospinale sarà drenato e riassorbito.
I benefici dello shunt cerebrale
Lo shunt cerebrale offre una serie di vantaggi significativi per i pazienti con alterazioni del drenaggio del liquido cerebrospinale.
Tra i principali benefici riscontriamo:
- alleviamento dei sintomi di pressione intracranica elevata, come cefalea persistente e nausea;
- miglioramento della deambulazione, della memoria e della concentrazione nei pazienti con idrocefalo normoteso;
- prevenzione di complicanze gravi, come l’atrofia cerebrale e il deterioramento neurologico;
- ripristino della qualità della vita e delle attività quotidiane, riducendo l’impatto delle condizioni legate all’idrocefalo;
- promozione di uno sviluppo neuropsicologico normale nei bambini con idrocefalo congenito, prevenendo ritardi o danni permanenti.
Il recuper post-operatorio e recupero
Nei primi giorni dopo l’intervento è comune riscontrare un miglioramento significativo dei sintomi associati all’aumento della pressione intracranica, come la cefalea o i disturbi cognitivi.
In caso di idrocefalo normoteso, il recupero delle capacità motorie o cognitive può richiedere più tempo.
Il paziente deve seguire visite di follow-up regolari per monitorare lo stato dello shunt e intervenire in caso di complicazioni.