Il Parkinson: sintomi, cause, percorso diagnostico e di cure
Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa progressiva che coinvolge le funzioni motorie, vegetative e cognitive.
Il Parkinson
Il Parkinson è il disordine del movimento più diffuso al mondo.
La sua capacità di influenzare diversi aspetti delle funzioni corporee e cognitive ha conseguenze sulla vita dei pazienti e può influire anche sulla loro sfera comportamentale.
Si manifesta nei pazienti a seguito di un calo di produzione di dopamina nel cervello.
Il calo di questa sostanza provoca una degenerazione dei neuroni lenta ma progressiva.
L’area del cervello colpita si chiama sostanza nera e può avere una perdita cellulare superiore al 60% quando esordiscono i primi sintomi.
L’esordio della malattia di Parkinson è in genere intorno ai 60 anni, anche se una piccola porzione dei pazienti (il 5% circa) ha un esordio giovanile.
I sintomi del Parkinson
I sintomi del Parkinson sono:
- rigidità;
- instabilità posturale;
- tremori a riposo;
- lentezza dei movimenti automatici (bradicinesia).
I sintomi si possono presentare in modo asimmetrico, interessando maggiormente un lato del corpo rispetto all’altro.
Le cause del Parkinson
Il fattore genetico è, tra le cause, quello con maggiore incidenza (circa nel 20% dei pazienti affetti).
Tra i fattori di rischio rilevanti troviamo anche:
- traumi cranici (chi subisce un trauma cranico o una commozione cerebrale ha il 56% di possibilità in più di sviluppare la malattia rispetto alla media);
- esposizione a sostanze tossiche come pesticidi, metalli pesanti, idrocarburi e solventi.
La diagnosi del Parkinson
La diagnosi avviene tramite esame clinico, seguito da analisi della storia familiare e clinica del paziente e studio di esami diagnostici, quali:
- PET cerebrale;
- RMN ad alto campo (risonanza magnetica nucleare);
- SPECT DATscan.
Le cure per il Parkinson
Tra i trattamenti conservativi per ridurre la sintomatologia del Parkinson vi sono quelli farmacologici.
Terapia farmacologica
Ai pazienti vengono prescritti:
- Levodopa o L-dopo (il farmaco di eccellenza per la cura del Parkinson, aiuta a ristabilire i livelli di dopamina);
- agonisti della dopamina;
- inibitori della monoamino ossidasi (MAO-B).
Esercizi fisici
L’esecuzione di esercizi fisici e sensoriali ha mostrato benefici evidenti e immediati nella gestione della malattia, rendendo questi movimenti un ottimo strumento di trattamento complementare.
I benefici verificati dello sport nella vita del paziente affetto da Parkinson devono, ad ogni modo, essere eseguiti con costanza e attenzione.
Intervento chirurgico
L’intervento chirurgico maggiormente eseguito per il controllo dei sintomi del Parkinson è la stimolazione cerebrale profonda del nucleo subtalamico.
Risulta efficace nel combattere i sintomi quando la terapia farmacologica, il trattamento multidisciplinare e l’esercizio fisico non riescano ad arrecare benefici per la qualità di vita del paziente.
L’intervento prevede l’impianto di un elettrocatetere a livello del nucleo subtalamico attraverso un piccolo foro a livello del cranio in anestesia locale.
Per poter procedere con questo trattamento, tuttavia, è indispensabile un’attenta analisi della zona d’intervento, per identificare con precisione il punto in cui posizionare l’elettrocatetere.