Il pacemaker: tipologie, intervento e convalescenza
Il pacemaker è una soluzione che si rende necessaria nei casi in cui siano presenti sintomi, come per esempio una transitoria perdita di conoscenza o stanchezza, causati da frequenza cardiaca eccessivamente bassa, la bradicardia, o da interruzioni nel regolare battito cardiaco.
È un apparecchio elettronico impiantato sotto la pelle a livello del torace, che tramite elettrocateteri trasmette piccole scariche elettriche alle camere cardiache, “attivando” il battito cardiaco quando esso non si attiva spontaneamente.
Il pacemaker
Il pacemaker al cuore è un dispositivo di materiale biocompatibile, che viene impiantato sottopelle, della grandezza di pochi centimetri, che viene collegato al muscolo cardiaco, il miocardio, tramite cateteri che vengono introdotti attraverso le vene del torace.
Al suo interno, ha una batteria che dura tra i 7 e i 10 anni e ne esistono tre diverse tipologie
Monocamerale
Il pacemaker monocamerale ha un solo elettrocatetere che può essere inserito nella camera superiore destra (atrio) o nella camera inferiore destra (ventricolo).
Pacemaker bicamerale
Il pacemaker bicamerale ha due elettrocateteri, uno nell’atrio e l’altro nel ventricolo, che simulano l’attività cardiaca normale.
Biventricolare
Il pacemaker biventricolare effettua una stimolazione del cuore da più punti contemporaneamente, per migliorare la contrattilità del cuore in pazienti con insufficienza cardiaca.
L'impianto di pacemaker
L’impianto di pacemaker si esegue durante un breve ricovero della durata di 3-4 giorni.
L’intervento, in anestesia locale, prevede una piccola incisione nella parte alta del petto per permetterne l’inserimento, una sorta di tasca.
Gli elettrocateteri vengono direzionati verso il cuore attraverso le vene identificate nella zona di incisione.
Una volta inseriti gli elettrocateteri nelle vene, questi vengono guidati mediante fluoroscopia (raggi x) verso le camere cardiache, e posizionati nel punto in cui si ottengono i migliori parametri di funzionalità elettrica.
Successivamente vengono fissati al cuore e collegati al pacemaker, di cui si imposta la corretta programmazione.
L’intervento può durare un tempo compreso tra i 45 e i 90 minuti, al termine dei quali l’incisione toracica viene richiusa utilizzando dei fili di sutura riassorbibili (salvo diversa necessità).
La convalescenza dopo l'intervento di pacemaker
Successivamente all'intervento di impianto di pacemaker, il paziente deve restare a letto per 6 ore, al termine delle quali viene eseguita una radiografia del torace di controllo.
Le dimissioni normalmente avviene il giorno successivo all’operazione ed il paziente può tornare a casa e riprendere rapidamente la sua quotidianità.
Visite di controllo
Il chirurgo, a seguito dell’impianto, indica le successive visite di controllo in base alla condizione clinica del paziente.
Normalmente il primo controllo viene effettuato a distanza di circa un mese dall’impianto.
La frequenza dei controlli, normalmente 1-2 volte l'anno, è dettata dalle caratteristiche cliniche del paziente.
La data di ogni controllo viene programmata al termine della visita precedente.
Al termine della durata della batteria, che come detto è normalmente di 7-10 anni, viene programmata la sostituzione del pacemaker.
I moderni pacemaker consentono, previa programmazione apposita dello stesso, anche l’esecuzione di esami radiologici prima ritenuti controindicati nei suoi portatori, ad esempio la risonanza magnetica.