La gastroscopia
La gastroscopia, o più correttamente l'esofagogastroduodenoscopia, è un esame che permette la visualizzazione di:
- esofago;
- stomaco;
- duodeno,
valutandone eventuali alterazioni.
È una procedura considerata invasiva, ma che presenta rischi di complicazione molto bassi, attorno allo 0,05% dei casi: può avere finalità sia diagnostiche che terapeutiche.
La gastroscopia
L’indicazione alla gastroscopia deve essere data a seguito di una accurata valutazione da parte del medico curante o di uno specialista.
In particolare, i sintomi e segni che possono indicare la necessità di eseguire una gastroscopia sono:
- difficoltà nell’atto della deglutizione: disfagia;
- sangue rintracciato nel vomito: ematemesi;
- feci nere: melena;
- anemia;
- perdita di peso;
- problemi della digestione: dispepsia, non responsiva alla terapia medica;
- dolore nella regione centro-superiore dell’addome: dolore epigastrico, non responsivo alla terapia medica;
- bruciore all’altezza dello sterno, irradiato posteriormente: pirosi, non responsiva alla terapia medica.
I sintomi sopra elencati possono essere legati a diverse patologie, tra cui:
- infiammazione a carico di esofago e stomaco: esofagite, gastrite;
- esofago di Barrett;
- disturbi motori dell’esofago;
- varici esofagee secondarie ad ipertensione portale;
- patologie neoplastiche a carico di esofago e stomaco;
- celiachia;
- infezione da Helicobacter pylori.
La gastroscopia può essere effettuata anche in regime d’urgenza a scopo terapeutico per la rimozione di corpi estranei o per trattare con terapia endoscopica eventuali sanguinamenti attivi del tratto digestivo superiore.
Vi sono dei casi in cui non è possibile eseguire l’esofagogastroduodenoscopia, ovvero quando il paziente presenta:
- una sospetta perforazione del tratto gastro-intestinale;
- instabilità dal punto di vista cardiovascolare e respiratorio.
Come viene effettuata la gastroscopia
L’esame prevede l’inserimento di un endoscopio particolarmente flessibile per via orale, o attraverso le narici in casi selezionati, passando per l’esofago e lo stomaco fino ad arrivare al duodeno.
Alla sua estremità, l’endoscopio presenta una videocamera collegata ad un monitor e una luce, che permetterà di visualizzare attentamente le zone da esplorare.
Gastroscopia con sedazione
Per evitare il fastidio dato dall’inserimento dell’endoscopio, si ricorre a leggera sedazione: in casi selezionati e generalmente rari, si prende in considerazione la sedazione profonda, in quanto di norma è necessaria una minima cooperazione del paziente, come non deglutire e controllare il ritmo del respiro.
La procedura non è dolorosa, in quanto effettuata sotto sedazione o anestesia, ma può risultare fastidiosa.
Il fastidio è dato principalmente dall’inserimento dell’endoscopio in gola, che può provocare la sensazione di vomito, e dall’insufflazione d’aria nello stomaco.
Nelle ore successive, il paziente può riscontrare un leggero fastidio durante la deglutizione, che generalmente si risolve nel giro di poche ore.
Gastroscopia con biopsia
La conformazione dell’endoscopio permette anche l’inserimento di eventuali strumenti per effettuare biopsie o eventuali trattamenti in caso di gastroscopia operativa.
Permette, inoltre, l’insufflazione d’aria per un passaggio più agevole, l’aspirazione di eventuali liquidi che ostacolo la via o l’inserimento di acqua per pulire le pareti del viscere.
La preparazione
La preparazione per la gastroscopia in elezione prevede:
- digiuno assoluto per liquidi e solidi da almeno 6 ore (in casi selezionati 12 ore);
- evitare di fumare;
- evitare di assumere acqua.
Può essere necessario, in base al caso, sospendere alcuni farmaci, come:
- anticoagulanti orali;
- antiaggreganti piastrinici;
- farmaci antiacidi.
Sarà cura del medico indicare la sospensione effettiva e le adeguate tempistiche.
Si consiglia, inoltre, di venire accompagnati, in quanto la sedazione anche se leggera, rende i riflessi rallentati per 12 ore: è vietato, dunque, mettersi alla guida dopo l’esame.