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Home / Approfondimenti / Il blocco atrioventricolare: gradi, sintomi e cura

Il blocco atrioventricolare: gradi, sintomi e cura

Il blocco atrioventricolare si verifica con un rallentamento degli impulsi elettrici: un'analisi dei 3 gradi della patologia, dei sintomi e della cura.
11 Maggio 2021
Approfondimenti
blocco atrioventricolare roma

Il blocco atrioventricolare è un difetto cardiaco dato da problemi nella conduzione degli impulsi elettrici al cuore, nella porzione compresa tra atrio e ventricolo.

Prima di entrare nel dettaglio è necessario illustrare brevemente il sistema di conduzione elettrica del cuore, per poter comprendere in che modo si verifica e quando è necessario il trattamento.

Il blocco atrioventrincolare

blocco atrioventricolare

Le contrazioni del cuore avvengono a seguito del passaggio di un impulso elettrico nel sistema di conduzione del cuore.

Questo è costituito da:

  • il nodo senoatriale (pacemaker naturale);
  • il nodo atrioventricolare;
  • il fascio di His;
  • le fibre di Purkinje.

Il nodo senoatriale produce l’impulso elettrico, che passa successivamente per il nodo atrioventricolare, rallentandolo: questo è necessario per consentire la contrazione di atri e ventricoli in maniera consecutiva.

Da qui, il fascio di His conduce l’impulso elettrico dal nodo atrioventricolare alle fibre di Purkinje, connesse direttamente ai ventricoli, alla velocità di circa 80 millisecondi.

È un meccanismo perfettamente bilanciato, per cui un rallentamento del passaggio dell’impulso elettrico può portare a un blocco atrioventricolare, valutato in base al rallentamento tramite elettrocardiogramma.

Il blocco atrioventricolare si presenta quando si verifica un rallentamento degli impulsi elettrici, in particolar modo dal nodo atrioventricolare e nel fascio di His.

La gravità viene valutata in base al rallentamento riscontrato, classificando l’anomalia in 3 gradi.

Blocco atrioventricolare di 1° grado

Nel blocco atrioventricolare di 1° grado si riscontra un ritardo di pochi millisecondi nel passaggio degli impulsi elettrici all’altezza del nodo atrioventricolare, che riescono comunque a raggiungere i ventricoli.

È comune negli atleti e nei giovani, non mostrando nella maggior parte dei casi alcun sintomo.

Blocco atrioventricolare di 2° grado

blocco atrioventricolare di secondo grado

Nel blocco atrioventricolare di 2° grado non tutti gli impulsi elettrici riescono a raggiungere i ventricoli, per cui si manifestano alterazioni a intermittenza.

La frequenza cardiaca può risultare rallentata o irregolare, in alcuni casi può, invece, mostrare entrambe le anomalie.

Si distingue, inoltre, tra:

  • tipo Mobitz I, in alcuni casi asintomatico, raramente trattato con pacemaker;
  • tipo Mobitz II, patologico e spesso sintomatico, che richiede l’impianto di pacemaker.

Quest’ultima tipologia può evolvere il blocco atrioventricolare di 3° grado.

Blocco atrioventricolare di 3° grado

In questo caso non è presente la comunicazione tra atri e ventricoli, per cui il ritmo ventricolare viene gestito dal nodo atrioventricolare: ne risulta un meccanismo funzionante, ma più lento e con numerose irregolarità.

Il blocco atrioventricolare di 3° grado è più grave, compromettendo il sistema di pompaggio del cuore: in alcuni casi i battiti ventricolari possono anche raggiungere la frequenza di 30 battiti al minuto.

Le cause

Secondo i dati statistici viene riscontrato maggiormente nella popolazione anziana.

Detto ciò, le cause che ne favoriscono l’insorgenza, oltre all’avanzare dell’età, sono:

  • fibrosi cardiaca, in cui il cuore risulta più rigido e meno contrattile;
  • nervo vago ipertonico, che rallenta la conduzione nel nodo atrioventricolare;
  • disturbi della funzione delle valvole cardiache (valvulopatie);
  • cardiopatie coronariche (coronaropatie), in particolar modo le cardiopatie ischemiche;
  • difetti cardiaci;
  • assunzione di farmaci che rallentano la conduzione elettrica.

I sintomi del blocco atrioventricolare

blocco atrioventricolare sintomi

Nella maggior parte dei casi il blocco atrioventricolare è asintomatico, eccetto per quanto riguarda il 2° grado di tipo Mobitz II e il 3° grado.

I sintomi maggiormente riscontrati sono:

  • svenimenti;
  • capogiri;
  • stanchezza;
  • affaticamento facile.

La cura del blocco atrioventricolare

I blocchi atrioventricolari di 1° grado non richiedono un trattamento specifico, in quanto il sistema di conduzione alterato non compromette le funzioni di pompaggio del cuore.

Nei casi di 2° grado tipo Mobitz II e di 3° grado può essere necessario l’impianto di pacemaker.

Ad ogni modo, il sistema compensatorio che si viene a creare può sostenere una frequenza cardiaca accettabile anche per diversi anni: va, tuttavia, tenuta sotto controllo, per cui sarà lo specialista a valutare l’eventuale impianto di pacemaker.

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