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Home / Approfondimenti / La protesi di spalla: indicazioni, tipologie, preparazione e convalescenza

La protesi di spalla: indicazioni, tipologie, preparazione e convalescenza

La protesi di spalla è indicata in caso di fallimento di tutte le terapie conservative contro l'artrosi: un'analisi delle due tipologie e dei tempi di recupero.
25 Febbraio 2025
Approfondimenti
protesi spalla roma

La protesi di spalla è un intervento chirurgico che agisce sull’articolazione della spalla, nel caso in cui patologie o altre condizioni ne abbiano compromesso la funzionalità.

La protesi di spalla

L’intervento di protesi di spalla è solitamente consigliato quando il paziente soffre di una patologia o di una condizione che ha compromesso la funzionalità dell’articolazione, come ad esempio l’usura della cartilagine, per ripristinare il corretto movimento ed eliminare il dolore.

Le condizioni che più comunemente causano l’usura o la deformazione della cartilagine sono:

protesi spalla
  • l’osteoartrosi, malattia legata all’età avanzata in cui la cartilagine si usura, causando rigidità e dolore;
  • l’artrite reumatoide, patologia cronica che produce l’infiammazione dei tessuti, danneggiando la cartilagine dell’articolazione;
  • gravi fratture o infortuni, che possono causare l’artrite post-traumatica, ovvero, anche in questo caso, l’usura della cartilagine;
  • la necrosi vascolare, in cui l’arresto dell’afflusso di sangue all’osso causa la morte delle cellule.

Di norma, i pazienti che si sottopongono all’intervento di protesi di spalla accusano dolore e difficoltà di movimento alla spalla interessata che influiscono sulla capacità di svolgere le normali attività quotidiane.

Quasi sempre, la protesi è consigliata dopo che la terapia conservativa di tipo farmacologico o fisioterapico non ha sortito effetti sufficientemente benefici.

Il chirurgo ortopedico, una volta stabilita la diagnosi e determinata la gravità della lesione, deciderà se procedere con l’installazione di una endoprotesi, in cui si sostituisce solo la testa dell’omero, o una protesi totale, in cui si sostituisce anche una parte della scapola, la glena.

La protesi totale può essere:

  • anatomica;
  • inversa.

L’intervento chirurgico di impianto della protesi di spalla prevede, per prima cosa, la rimozione della testa dell’omero usurata e la preparazione della glena scapolare per l’applicazione della protesi.

Successivamente, si procede con l’installazione della protesi, seguendo il metodo scelto, come descritto precedentemente.

L’operazione avviene in anestesia locale, anche se il paziente può essere sottoposto a una sedazione profonda.

La durata dell’intervento varia dai 60 ai 90 minuti, mentre solitamente è previsto un periodo di ricovero post-operatorio di circa 4 giorni.

Protesi anatomica di spalla

In questo caso, la testa dell’omero e la glena scapolare vengono sostituiti in modo che siano simili alla normale forma anatomica dell’articolazione: una componente concava, metallica o di materiale plastico, viene inserita sulla superficie della glena, poi una sfera dello stesso materiale viene applicata a uno stelo metallico che sostituisce la testa dell’omero.

La protesi anatomica di spalla è una soluzione chirurgica per ripristinare la funzionalità e ridurre il dolore nei pazienti con gravi patologie articolari, come l'artrosi o le fratture complesse dell'omero prossimale. Questa protesi è progettata per replicare l’anatomia naturale della spalla, sostituendo solo le superfici articolari danneggiate.

Le componenti principali della protesi includono:

  • una testa omerale metallica, che sostituisce la testa dell’omero;
  • una glenoide in polietilene, fissata alla scapola per ripristinare la congruenza articolare.

La protesi anatomica è indicata in pazienti con una cuffia dei rotatori intatta, in modo da garantire la stabilità e il movimento naturale della spalla. Rispetto alla protesi inversa, mantiene una biomeccanica più naturale, offrendo un miglior recupero della mobilità.

Il recupero post-operatorio richiede un percorso di fisioterapia per il recupero della forza e della mobilità. I risultati sono generalmente positivi, con un significativo miglioramento della funzionalità e una riduzione del dolore. Tuttavia, la durata della protesi può variare, rendendo necessario un monitoraggio a lungo termine per valutare eventuali usure o necessità di revisione.

La protesi inversa di spalla

Nel caso della protesi inversa di spalla, la sfera si posiziona sulla glena scapolare, mentre la componente concava viene impiantata sull’omero, sempre sostenuta da uno stelo metallico, all’interno del canale omerale.

La protesi inversa di spalla è una soluzione chirurgica utilizzata per pazienti con cuffia dei rotatori non funzionante o gravemente danneggiata, spesso a causa di artropatia da cuffia, fratture complesse o fallimenti di precedenti interventi protesici.

A differenza della protesi anatomica, la protesi inversa modifica l’architettura della spalla: la glenoide viene sostituita con una componente convessa (metallo), mentre l'omero riceve una coppa concava (polietilene o metallo), invertendo la biomeccanica naturale dell’articolazione.

Questa configurazione sposta il centro di rotazione mediale e inferiore, permettendo al muscolo deltoide di assumere un ruolo principale nel movimento, compensando la perdita di funzione della cuffia dei rotatori.

Il principale vantaggio è il recupero della funzionalità in pazienti con insufficienza della cuffia dei rotatori, riducendo significativamente il dolore e migliorando la qualità della vita. Tuttavia, la protesi inversa comporta una limitazione della rotazione esterna e una durata inferiore rispetto alla protesi anatomica, con un rischio maggiore di complicanze come instabilità, usura o infezioni.

Il recupero post-operatorio prevede un intenso percorso di fisioterapia, con risultati generalmente positivi, sebbene i pazienti non recuperino sempre il completo arco di movimento. È fondamentale un monitoraggio a lungo termine per valutare l’usura e la necessità di eventuali revisioni protesiche.

La preparazione all’intervento

Dopo una diagnosi accurata, confermata solitamente da strumenti di diagnostica per immagini come radiografia, TAC o risonanza magnetica, il paziente sarà sottoposto a una visita pre-ricovero con l’anestesista, due o tre settimane prima dell’intervento.

Spesso si somministrano anche dei test per verificare che il paziente non sia allergico ai materiali usati per la protesi e durante l’operazione.

Come per molti altri interventi chirurgici, il paziente non deve avere infezioni in corso che potrebbero causare altre infezioni post-operatorie.

Il recupero post-operatorio

Già dal giorno dopo l’intervento, il paziente dovrà indossare un tutore e cominciare degli esercizi di mobilità della spalla, seguendo le indicazioni di un fisioterapista e del chirurgo ortopedico.

Il tutore viene rimosso dopo qualche settimana, ed è necessario che il paziente continui la fisioterapia anche dopo la dimissione, per almeno un mese.

Il paziente dovrà attendere almeno un mese dall’operazione per riprendere la guida, mentre per l’attività sportiva sono necessari alcuni mesi, in base ai risultati della riabilitazione.

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