La vulvectomia: l’asportazione parziale o totale della vulva
La vulvectomia è l’asportazione parziale o totale della vulva e in alcuni casi dei linfonodi inguinali.
Si fa ricorso a questo tipo di intervento nei casi di neoplasia.
Il carcinoma della vulva
Il carcinoma vulvare viene trattato in base allo stadio della malattia.
Come spiegato più avanti, per stabilire il miglior trattamento occorre comprendere se le cellule tumorali sono presenti anche in altre sedi.
Il carcinoma della vulva si classifica in stadi di malattia:
- stadio da 0 a 2, la malattia risulta confinata alla vulva, al perineo o con minima invasione dell’uretra o della vagina in assenza di metastasi linfonodali;
- stadio 3, in cui la malattia inizia ad interessare anche i linfonodi inguinali;
- stadio 4, il tumore può invadere le strutture circostanti come l’uretra, la vagina, la vescica, la mucosa ano-rettale, l’osso pelvico, oppure si possono presentare evidenti metastasi ai linfonodi inguinali con ulcerazione sul piano della cute e/o metastasi ai linfonodi della pelvi o, infine metastasi in altri organi, come il polmone o il fegato.
In alcuni casi il tumore può essere recidivo, ripresentandosi nella stessa sede di insorgenza o in un altro organo o struttura.
La vulvectomia
L’intervento di vulvectomia è diverso in base allo stadio della neoplasia. Può essere più o meno invasivo, richiedendo:
- la rimozione esclusiva dell’area coinvolta con margini indenni da malattia;
- vulvectomia semplice: la rimozione dell’intera regione vulvare;
- vulvectomia radicale: la rimozione dell’intera regione vulvare e dei tessuti profondi;
- vulvectomia ultra radicale: la rimozione dell’intera regione vulvare, dei tessuti profondi estesa anche al perineo;
- eviscerazione pelvica: la rimozione dei tessuti vulvari estesa agli organi pelvici;
- biopsia del linfonodo sentinella e/o linfadenectomia: la resezione dei linfonodi inguinali;
- linfadenectomia: la resezione dei linfonodi pelvici.
Durante l’intervento, per valutare ulteriormente il grado di malignità o l’estensione del tumore, può essere effettuato un esame istologico, che può consentire di modulare l’estensione della chirurgia.
In alcuni casi, l’intervento chirurgico può essere seguito da radioterapia, associata o meno a chemioterapia, per eliminare eventuali cellule tumorali potenzialmente responsabili di una ripresa di malattia.
Preparazione
Viste le possibili opzioni di intervento, il planning preoperatorio può richiede numerosi accertamenti, tra cui:
- TAC;
- risonanza magnetica della pelvi;
- ecografia dei linfonodi inguinali;
- PET/TC
- in alcuni casi cistoscopia e rettoscopia.
La convalescenza dopo una vulvectomia
L’asportazione della vulva può avere alcune conseguenze, che tendono a risolversi nel post-operatorio tra cui:
- infezioni;
- deiscenza delle suture.
In generale, sono tutte complicanze che vengono risolte nel giro di poco tempo.
Quando viene eseguita anche la linfadenectomia, viene lasciato un drenaggio per la raccolta della linfa.
La degenza ospedaliera ha generalmente una durata compresa fra 3 e 7 giorni, anche se può variare in caso di interventi più complessi.
Successivamente alla dimissione, sarà necessario effettuare regolari medicazioni e controlli clinici fino a completa guarigione delle ferite.
Un effetto collaterale della linfadenectomia è la formazione di linfocele con conseguente linforrea, tendente alla risoluzione nel giro di qualche settimana.
Tra le possibili conseguenze più a lungo termine sono incluse:
- difficoltà nella minzione;
- difficoltà nei rapporti sessuali.