Vaginosi batterica: sintomi, cause e cure
La vaginosi batterica è un’alterazione del pH vaginale causata da batteri come la Gardnerella, che diminuisce la presenza dei Lactobacilli, responsabili del mantenimento della leggera acidità dell’ambiente genitale femminile.
La vaginosi batterica
Si può presentare in periodi di elevato stress o a seguito di terapie antibiotiche; condizione non pericolosa, se trascurata può portare a:
- complicazioni ginecologiche;
- favorire la trasmissione di malattie veneree.
Le vulvovaginiti sono caratterizzate da infiammazione vulvo-vaginale, a volte associata a:
- secrezioni vaginali;
- disuria: dolore durante la minzione;
- dispareunia: dolore durante i rapporti sessuali.
Gardnerella
Il 40-50% delle vulvovaginiti vengono causate da Gardnerella Vaginalis, che determina, appunto, la vaginosi batterica; le altre cause di vulvovaginite sono la candida (20-25%) e il trichomonas vaginalis (15-20%).
Le cause
La vaginosi batterica è causata da un’alterazione del PH e della flora batterica vaginale, che in condizioni normali è composta al 45% di Lactobacilli: considerati batteri buoni, questi producono acido lattico, mantenendo l’ambiente genitale leggermente acido.
Al diminuire dei Lactobacilli, aumenta il pH e la concentrazione di batteri che non fanno parte della flora batterica normale, tra cui la Gardnerella.
Le cause principali di vaginosi batterica sono:
- utilizzo di detergenti e saponi aggressivi che alterano il PH;
- lavande genitali molto frequenti;
- utilizzo di dispositivi intrauterini, come la spirale;
- terapie antibiotiche che indeboliscono i Lactobacilli.
La vaginosi batterica non causa gravi complicazioni, tuttavia la modifica dell’ambiente acido può far contrarre più facilmente malattie sessualmente trasmissibili, come le infezioni da:
- clamidia;
- gonorrea.
I sintomi della vaginosi batterica
Nella maggior parte dei casi le vaginosi batteriche sono asintomatiche e vengono diagnosticate durante una normale visita ginecologica di routine.
I sintomi principali sono:
- odore sgradevole delle secrezioni dovuta alla produzione da parte di alcuni germi di particolari sostanze che derivano dalla degradazione degli amminoacidi;
- perdite vaginali (leucorrea) bianco-grigiastre, piuttosto fluide e maleodoranti;
- perdite acquose;
- prurito lieve;
- bruciore durante la minzione;
- dolore nei rapporti sessuali.
Visto che non si presenta infiammazione, spesso si può manifestare senza prurito e bruciore, a differenza della candida e dall’infezione da trichomonas, in cui questi sintomi sono particolarmente sentiti.
È possibile, comunque, che le condizioni sopra elencate possano coesistere con la vaginosi batterica: un consulto ginecologico permetterà di analizzare con cura il caso nella sua specificità.
Diagnosi
Generalmente la diagnosi è clinica; tuttavia per effettuare una diagnosi certa può essere necessario il test delle ammine, detto anche Fishy Odor Test.
Nella pratica, il test prevede il contatto di una goccia di idrossido di potassio al 10% con il secreto vaginale, con l’obiettivo di sprigionare l’odore pungente tipo dell’infezione da Gardnerella.
Viene, inoltre, misurato il pH della vagina che, in condizioni normali è sui 4-4.5, risulta neutrale o addirittura basico in caso di infezione.
All’occorrenza, il ginecologo può prelevare un campione di cellule e ricercare al microscopio la presenza della Gardnerella, generalmente molto abbondante.
Le cure per la vaginosi batterica
Per la cura della vaginosi batterica, si prescrive:
- clindamicina per via orale o vaginale;
- metronidazolo.
Vengono trattate solo le pazienti sintomatiche, le gestanti e le donne che devono sottoporsi a intervento chirurgico invasivo come l'isteroscopia o chirurgia vaginale.
Non è necessario il trattamento della coppia, salvo nei casi di recidiva.