Sostituzione valvola mitralica: rischi e complicanze possibili

La sostituzione della valvola mitralica è un intervento di chirurgia maggiore, eseguito per trattare gravi patologie valvolari come la stenosi mitralica o l’insufficienza mitralica non idonea a riparazione.
Quando la riparazione valvolare non è possibile, il chirurgo opta per la sostituzione, impiantando una protesi meccanica o biologica.
Si tratta di una procedura salvavita, ma, come tutti gli interventi cardiochirurgici, può comportare rischi e complicanze che devono essere attentamente valutati prima dell’operazione.
Rischi della sostituzione della valvola mitralica

I rischi associati alla sostituzione mitralica dipendono da molteplici fattori, tra cui l’età e le condizioni cliniche del paziente, la presenza di altre patologie (cardiache o sistemiche), il tipo di valvola impiantata e la complessità dell’intervento.
Le complicanze si suddividono in precoci (cioè nei primi giorni o settimane dopo l’intervento) e tardive (che si verificano a distanza di mesi o anni).
Le complicanze precoci più frequenti sono:
- sanguinamento intra o post-operatorio, che può richiedere trasfusioni o reintervento;
- infezioni, localizzate alla ferita chirurgica o sistemiche con possibile interessamento della protesi valvolare (sepsi, endocardite);
- disfunzione della valvola impiantata per problemi tecnici o di posizionamento;
- aritmie, soprattutto fibrillazione atriale, frequente nel post-operatorio;
- insufficienza cardiaca acuta, se la funzione del ventricolo sinistro è compromessa;
- ictus o embolie sistemiche, soprattutto nei pazienti con valvola meccanica;
- insufficienza renale acuta, più comune nei pazienti anziani o già fragili.
Tra le complicanze tardive, invece, si annoverano:
- trombosi valvolare, soprattutto in presenza di protesi meccanica e in caso di scarsa aderenza alla terapia anticoagulante;
- degenerazione strutturale della protesi biologica, che può richiedere una nuova sostituzione dopo 10-15 anni;
- endocardite infettiva, un’infezione grave della valvola protesica, anche a distanza dall’intervento;
- emorragie da sovradosaggio di anticoagulanti, in pazienti con valvole meccaniche;
- complicanze funzionali come dispnea, affaticamento e ridotta tolleranza allo sforzo se il cuore non recupera pienamente la funzione.
Fattori di rischio individuali
Il rischio complessivo di complicanze varia da paziente a paziente.
I fattori che aumentano la probabilità di eventi avversi includono:
- età avanzata;
- presenza di scompenso cardiaco;
- ridotta frazione di eiezione;
- diabete, ipertensione e insufficienza renale;
- precedenti interventi cardiochirurgici;
- aritmie preoperatorie;
- stato nutrizionale e funzionale compromesso.
Nei pazienti ad alto rischio, l’intervento viene pianificato da un team multidisciplinare, che valuta le alternative terapeutiche, inclusa la possibilità di approcci mininvasivi o percutanei.
Come ridurre i rischi della sostituzione della valvola mitralica
Dopo l’intervento, è fondamentale seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dal cardiologo e dal cardiochirurgo.
La terapia anticoagulante, di durata variabile a seconda del tipo di protesi impiantata, se prescritta, va assunta con attenzione e regolarità, poiché svolge un ruolo cruciale nella prevenzione di eventi tromboembolici, specialmente nei portatori di valvola meccanica.
È altrettanto importante sottoporsi ai controlli periodici con esami del sangue ed ecocardiogramma, strumenti utili per verificare la funzionalità della protesi e monitorare eventuali effetti collaterali della terapia.
Lo stile di vita, infine, influisce in modo significativo sul buon esito a lungo termine dell’intervento: evitare il fumo, mantenere una dieta equilibrata, praticare attività fisica compatibile con le proprie condizioni e gestire correttamente eventuali patologie croniche sono tutti comportamenti che aiutano a preservare la salute cardiovascolare e a prevenire complicanze.










