L’holter: che cos’è, quando farlo e cosa non fare durante l’elettrocardiogramma dinamico
L’Holter, o l'elettrocardiogramma (ECG) dinamico secondo Holter, consiste nella registrazione continua, generalmente per 24-48 ore, dell’ECG mediante un piccolo registratore portatile, collegato al paziente mediante degli elettrodi.
L'elettrocardiogramma memorizzato nel registratore viene analizzato da un computer alla fine del periodo di registrazione, mediante un programma dedicato, in modo da identificare eventuali anomalie del ritmo cardiaco o anche anomalie di tipo ischemico.
Il paziente tiene un diario delle proprie attività e di eventuali disturbi durante la registrazione.
Grazie a questo diario, è possibile valutare la relazione di eventuali anomalie ECG con le attività e i sintomi del paziente.
L'Holter
L’Holter cardiaco si utilizza per individuare anomalie cardiache:
- aritmiche;
- ischemiche,
che si presentano in modo intermittente e, quindi, difficilmente possono essere identificate con un semplice ECG a riposo, che dura, in genere, 10 secondi, e può essere effettuato, comunque, al massimo per qualche minuto.
Altre indicazioni all’esame comprendono l’analisi della:
- corretta funzione di pacemaker;
- valutazione dell’efficacia di alcune terapie farmacologiche, anti-aritmiche e anti-ischemiche.
Il cardiologo applica al torace degli elettrodi, da 5 a 10, che sono collegati al registratore mediante dei cavetti.
Il registratore viene portato dal paziente per tutta la durata del monitoraggio con l’utilizzo di una custodia a tracolla o a cintura.
L'elettrocardiogramma Holter registrerà in maniera continuativa.
Una volta terminato il periodo di monitoraggio prestabilito, in genere 24 o 48 ore, come detto, esso sarà collegato a un PC dotato di un programma dedicato.
Il cardiologo potrà analizzare il tracciato dell’intero periodo di monitoraggio e identificare e stampare le anomalie eventualmente rilevate.
L’Holter ECG è una procedura assolutamente indolore e sicura, sebbene alcuni pazienti possano manifestare una reazione allergica locale agli elettrodi, con arrossamento della cute e, eventualmente, prurito, che recedono in breve tempo con la loro rimozione.
Quando fare un Holter cardiaco
È molto importante, d’altro canto, che il paziente durante la registrazione svolga le sue attività quotidiane senza limitazioni, annotando, in particolare, l’occorrenza e l’orario di eventuali sintomi, quali
- palpitazioni;
- dispnea (respirazione difficoltosa);
- dolore toracico;
- vertigini.
Generalmente l’Holter ECG restituisce informazioni importanti, che possono indicare specifiche forme di trattamento o la necessità di ulteriori esami diagnostici.
Tuttavia, è possibile che nell’arco di tempo della registrazione non si verifichino i sintomi per i quali il paziente si è sottoposto all’esame.
In questo caso l’Holter ECG può essere ripetuto, a seconda dell’importanza dei sintomi, dopo qualche giorno o qualche settimana, effettuando magari un monitoraggio più prolungato, anche superiore alle 48 ore.
Cosa non fare con un Holter
In tutto l’arco di tempo in cui si monitora la frequenza cardiaca è fondamentale evitare che gli elettrodi si stacchino, in quanto questa evenienza comporta la mancata registrazione dell’Holter elettrocardiogramma per periodi più o meno lunghi, rendendo non valido l’esame.
Per evitare ciò il paziente deve evitare di:
- fare la doccia o, comunque, lavarsi il torace, cosa che potrebbe anche danneggiare l’apparecchiatura;
- utilizzare creme prima dell’applicazione degli elettrodi da parte del cardiologo;
- fare attività che determinino un’eccessiva sudorazione;
- esporsi a campi magnetici, che possono disturbare, o anche compromettere, la registrazione.