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Home / Approfondimenti / La trombosi venosa cerebrale: cos’è, cause, sintomi e trattamento

La trombosi venosa cerebrale: cos’è, cause, sintomi e trattamento

La trombosi venosa cerebrale è una condizione rara, ma grave, caratterizzata dalla formazione di un coagulo di sangue nelle vene del cervello.
30 Dicembre 2024
Approfondimenti
trombosi venosa cerebrale roma

La trombosi venosa cerebrale (TVC) è una condizione rara ma grave, caratterizzata dalla formazione di un coagulo di sangue (trombo) nelle vene del cervello.

La trombosi venosa cerebrale

trombosi venosa cerebrale

Il coagulo che si viene a formare impedisce il normale flusso di sangue, causando un aumento della pressione intracranica e potenzialmente danni ai tessuti cerebrali.

La trombosi venosa cerebrale può colpire persone di tutte le età, ma è più comune in giovani adulti e donne in età fertile.

Le cause e i fattori di rischio della trombosi cerebrale

La TVC può essere causata da diversi fattori che alterano la coagulazione del sangue o causano lesioni alle pareti dei vasi sanguigni cerebrali. Alcune delle cause più comuni includono:

  • malattie infiammatorie e autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico e la sindrome da antifosfolipidi, che aumentano la tendenza alla formazione di coaguli;
  • disturbi della coagulazione del sangue, sia ereditari (come la trombofilia) sia acquisiti;
  • uso di contraccettivi orali, soprattutto in associazione con il fumo e altri fattori di rischio, che può alterare il bilancio della coagulazione;
  • gravidanza e post-partum, periodi in cui i cambiamenti ormonali e vascolari aumentano il rischio di trombosi;
  • infezioni, come sinusiti gravi o meningiti, che possono causare infiammazioni nelle vene cerebrali.

I sintomi della trombosi venosa cerebrale

I sintomi della trombosi venosa cerebrale possono variare notevolmente in base alla localizzazione e all’estensione del trombo.

I segnali più comuni includono:

  • mal di testa intenso e persistente, spesso uno dei primi sintomi, che può peggiorare con il tempo e non rispondere ai normali analgesici;
  • problemi neurologici, come visione offuscata, visione doppia o perdita di parte del campo visivo, dovuti all’aumento della pressione intracranica;
  • sintomi motori, come debolezza o paralisi su un lato del corpo, che possono variare da lievi a gravi in base all’area cerebrale coinvolta;
  • crisi epilettiche, che si manifestano in alcuni pazienti a causa dell’irritazione dei tessuti cerebrali;
  • alterazioni dello stato mentale, come confusione, irritabilità o difficoltà di concentrazione, soprattutto nei casi in cui la pressione intracranica è molto elevata.

La diagnosi della trombosi cerebrale

La diagnosi di TVC richiede una combinazione di valutazione clinica e esami di imaging, poiché i sintomi possono essere simili ad altre condizioni neurologiche.

La conferma diagnostica avviene spesso attraverso:

  • risonanza magnetica (RM) con venografia, uno degli esami di imaging più utilizzati per rilevare la presenza di trombi nelle vene cerebrali e valutare il grado di occlusione;
  • tomografia computerizzata (TC) con mezzo di contrasto, utilizzata nei casi di emergenza per identificare segni di trombosi o emorragia intracranica secondaria;
  • esami del sangue, che possono includere test della coagulazione per rilevare eventuali anomalie nei fattori coagulanti e test per escludere condizioni come le trombofilie.

Il trattamento della trombosi venosa cerebrale

Il trattamento della trombosi venosa cerebrale ha l’obiettivo di ridurre il trombo, prevenire la formazione di nuovi coaguli e ridurre la pressione intracranica.

Le principali opzioni terapeutiche includono:

  • terapia anticoagulante, come l’eparina a basso peso molecolare, somministrata per sciogliere il trombo e impedire la formazione di nuovi coaguli (nei casi lievi);
  • trombolisi endovenosa, una tecnica meno comune e riservata ai casi gravi, che utilizza farmaci trombolitici per sciogliere direttamente il coagulo;
  • trattamento delle complicanze, come i farmaci antiepilettici per controllare le crisi epilettiche e farmaci per abbassare la pressione intracranica in caso di edema cerebrale.

Tecniche di neuroradiologia interventistica per la TVC

La trombosi venosa cerebrale (TVC) può essere trattata in neuroradiologia interventistica, soprattutto nei casi più gravi o resistenti ai trattamenti farmacologici. Nei centri specializzati, le tecniche di neuroradiologia interventistica possono includere:

  • trombolisi meccanica, una procedura in cui un catetere viene inserito in un vaso sanguigno e guidato fino alla zona del trombo, permettendo al neuroradiologo di utilizzare dispositivi specifici per rompere e frammentare il coagulo, ripristinando il flusso sanguigno nelle vene cerebrali;
  • trombectomia, una tecnica che prevede l’uso di dispositivi di estrazione per rimuovere il trombo meccanicamente, indicata nei casi in cui il rischio di danno cerebrale è elevato e quando i farmaci anticoagulanti o trombolitici non sono stati sufficientemente efficaci.

Questi trattamenti vengono generalmente riservati a pazienti con condizioni critiche o che non rispondono alla terapia anticoagulante standard, consentendo di ridurre rapidamente il trombo e di migliorare le probabilità di un recupero senza complicazioni neurologiche.

La prognosi e la gestione a lungo termine

Con una diagnosi e un trattamento tempestivi, la prognosi per la trombosi venosa cerebrale (TVC) è generalmente buona, e molti pazienti riescono a recuperare in modo significativo.

Tuttavia, il rischio di recidiva rimane presente, soprattutto per i pazienti con condizioni predisponenti, come le trombofilie.

La gestione a lungo termine prevede controlli regolari con il neurologo per monitorare eventuali sintomi residui o complicanze.

Nei casi più complessi o in presenza di fattori di rischio persistenti, può essere indicato l’uso a lungo termine di farmaci anticoagulanti per ridurre il rischio di una nuova trombosi.

Per i pazienti che hanno subito complicanze neurologiche o crisi epilettiche durante l’evento trombotico, si può raccomandare un follow-up neurologico e, in alcuni casi, una terapia antiepilettica preventiva.

Il monitoraggio costante e una gestione attenta delle condizioni predisponenti sono fondamentali per garantire la qualità della vita e prevenire eventuali recidive.

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