L’onda delta ECG: un segno distintivo della sindrome di Wolff-Parkinson-White

L’onda delta nell’ECG (elettrocardiogramma) è un’anomalia del tracciato elettrico cardiaco che si manifesta come una precoce attivazione dei ventricoli a causa della presenza di una via di conduzione accessoria tra gli atri e i ventricoli.
È un segno elettrocardiografico tipico della sindrome di Wolf-Parkinson-White
(WPW), una forma di pre-eccitazione ventricolare dovuta alla presenza di una via accessoria atrio-ventricolare (fascio di Kent).
L'onda delta nell'ECG

L’onda delta in un ECG è una deflessione iniziale slargata che precede il complesso QRS nell’ECG.
Si verifica perché, nei pazienti con una via accessoria (fascio di Kent), l’impulso elettrico bypassa il nodo atrioventricolare (NAV) e raggiunge i ventricoli prima del normale, causando una depolarizzazione anticipata.
Le caratteristiche principali dell’onda delta nell’ECG includono:
- inizio lento e inclinato del complesso QRS, che appare allargato;
- intervallo PR abbreviato (<120 ms), a causa della conduzione elettrica diretta ai ventricoli senza il ritardo fisiologico del nodo AV;
- alterazione della morfologia del QRS, che può variare in base alla posizione della via accessoria, e si presenta in genere slargato (>120 ms) e seguito da una ripolarizzazione anomala.
Queste anomalie rendono l’ECG un esame essenziale per la diagnosi della sindrome di WPW e per identificare i pazienti a rischio di aritmie potenzialmente pericolose.
La sindrome di Wolff-Parkinson-White e onda delta
La sindrome di WPW è una condizione in cui la via accessoria causa episodi di tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV) o, più raramente, fibrillazione atriale ad elevata risposta ventricolare, che può degenerare in aritmie ventricolari gravi.
I pazienti con WPW possono presentare:
- palpitazioni improvvise e rapide, spesso con esordio e cessazione bruschi;
- senso di oppressione toracica, soprattutto durante le crisi aritmiche;
- episodi di sincope, nei casi più severi;
- aritmie persistenti o ricorrenti, in cui l’onda delta è costantemente visibile nell’ECG
basale.
La presenza dell’onda delta nell’ECG può indicare una WPW latente o asintomatica, ma nei casi sintomatici è necessaria una valutazione approfondita per il rischio di aritmie gravi.
La diagnosi della sindrome di Wolff-Parkinson-White e valutazione
dell’onda delta
L’ECG a 12 derivazioni è lo strumento principale per identificare l’onda delta e la pre-eccitazione ventricolare.
Tuttavia, nei casi dubbi, si possono eseguire ulteriori test diagnostici:
- test da sforzo, per verificare se l’onda delta scompare con l’aumento della frequenza cardiaca, suggerendo una WPW a basso rischio;
- monitoraggio Holter 24h, utile per valutare episodi di aritmia intermittente e la permanenza della preeccitazione;
- studio elettrofisiologico (SEF), indicato nei pazienti sintomatici per localizzare con precisione la via accessoria e determinare la necessità di trattamento ablativo.
Trattamento e gestione
Il trattamento della WPW con onda delta dipende dalla sintomatologia e dal rischio di aritmie
gravi:
- pazienti asintomatici: spesso non necessitano di terapia, ma devono essere monitorati periodicamente;
- pazienti con tachicardie ricorrenti: possono beneficiare di farmaci antiaritmici come i beta-bloccanti o la flecainide;
- ablazione con catetere a radiofrequenza: rappresenta il trattamento definitivo per eliminare la via accessoria ed è raccomandato nei pazienti sintomatici o a rischio elevato di aritmie pericolose.
La presenza di un’onda delta nell’ECG richiede sempre una valutazione specialistica per stabilire il rischio aritmico e determinare la strategia terapeutica più appropriata.
Grazie ai progressi della cardiologia interventistica e dell’elettrofisiologia, oggi la WPW può essere trattata con elevata sicurezza ed efficacia, migliorando la qualità di vita dei pazienti e prevenendo complicanze potenzialmente letali.