L’aneurisma dell’aorta toracica: sintomi, cause, diagnosi e percorso di cure
L'aneurisma dell'aorta toracica è una dilatazione anomala dell'aorta, il vaso sanguigno principale che veicola il sangue dal cuore al resto del corpo.
L'aorta toracica
L’aorta toracica rappresenta la porzione dell’aorta, la principale arteria del corpo umano, situata nel torace.
Ha origine dall’arco aortico, a livello della quarta vertebra toracica, e si estende fino al diaframma, dove continua come aorta addominale.
È una struttura cruciale per la distribuzione del sangue ossigenato dal cuore ai vari distretti corporei, in particolare al torace e agli organi vicini.
Dal punto di vista anatomico, l’aorta toracica è suddivisa in due parti principali: l’aorta ascendente, che si collega al cuore tramite la valvola aortica, e l’aorta discendente toracica, che attraversa la cavità toracica.
Quest’ultima emette diverse ramificazioni arteriose, tra cui le arterie intercostali posteriori, che irrorano i muscoli intercostali, e i rami bronchiali ed esofagei, che forniscono sangue ai polmoni e all’esofago.
L’aorta toracica è fondamentale anche dal punto di vista clinico, in quanto può essere sede di patologie come aneurismi, dissezioni o coartazioni, che possono compromettere la sua funzionalità.
La diagnosi di queste condizioni avviene mediante esami di imaging avanzati, come la risonanza magnetica o la tomografia computerizzata, che permettono di valutare la struttura e il flusso sanguigno.
In sintesi, l’aorta toracica è una componente essenziale del sistema cardiovascolare, garantendo un’adeguata perfusione degli organi e dei tessuti del torace, nonché una continuità nell’apporto di sangue verso le regioni inferiori del corpo.
L’aneurisma dell’aorta toracica
Quando si forma un aneurisma dell'aorta toracica, l'arteria si dilata progressivamente in tutto il suo spessore diventando maggiormente soggetta a rotture, un evento che può avere conseguenze molto gravi.
L'aorta toracica si estende dal cuore al diaframma e si divide in aorta ascendente, arco aortico e aorta discendente.
Un aneurisma in quest'area può essere difficile da diagnosticare poiché spesso cresce lentamente e senza sintomi apparenti.
Riconoscere i sintomi, quando presenti, è quindi fondamentale per identificare e trattare tempestivamente questa condizione.
I sintomi dell’aneurisma dell’aorta toracica
Nelle prime fasi, un aneurisma dell'aorta toracica può non dare segni evidenti, sviluppandosi lentamente e senza sintomi per anni.
Tuttavia, quando l'aneurisma aumenta di dimensioni o esercita pressione sulle strutture circostanti, possono comparire alcuni sintomi.
I più comuni includono:
- dolore sordo o acuto nella parte anteriore del torace, uno dei sintomi più frequenti. È spesso persistente e può peggiorare con il tempo;
- difficoltà respiratorie nel caso in cui l’aneurisma esercita pressione sui bronchi o sui polmoni;
- tosse secca persistente, che può essere causata dalla pressione dell’aneurisma sulla trachea. In alcuni casi, può manifestarsi una raucedine persistente, dovuta alla compressione del nervo laringeo;
- difficoltà nella deglutizione, quando l’aneurisma preme sull’esofago.
Quando l'aneurisma è molto grande o va incontro ad una rottura o una dissecazione, minaccia di rompersi, i sintomi diventano più acutii e possono includere:
- dolore intenso e improvviso al petto o alla schiena, che può estendersi alle spalle, al collo o addirittura all’addome;
- calo improvviso della pressione sanguigna;
- vertigini;
- perdita di conoscenza.
È essenziale rivolgersi immediatamente a un medico se compaiono sintomi improvvisi e intensi come questi, poiché la rottura di un aneurisma rappresenta un'emergenza medica.
Le cause dell’aneurisma dell’aorta toracica
Un aneurisma dell’aorta toracica può svilupparsi a causa di diverse condizioni che indeboliscono la parete dell'arteria.
Tra le cause principali troviamo:
- aterosclerosi, una delle cause principali, ovvero l'accumulo di placche ateromasiche e altre sostanze, che può indurre un indebolimento delle pareti arteriose e favorire la formazione dell'aneurisma;
- ipertensione, che può indebolire la parete dell’aorta, contribuendo alla dilatazione e all'aneurisma;
- patologie genetiche come la sindrome di Marfan, la sindrome di Ehlers-Danlos e la sindrome di Loeys-Dietz, considerate fattori di rischio per la formazione di aneurismi;
- infezioni e infiammazioni come la sifilide o la vasculite possono causare danni all’aorta.
Alcuni casi possono essere attribuiti a traumi, come lesioni al torace dovute a incidenti, o a interventi chirurgici che, in rari casi, possono indebolire le pareti dell’arteria in questione.
La diagnosi
La diagnosi di aneurisma dell’aorta toracica inizia con una visita medica, in cui il medico valuta la storia clinica e i sintomi del paziente, seguita da esami strumentali per confermare la presenza e le dimensioni dell'aneurisma.
L’ecocardiogramma transtoracico per una prima valutazione dell’aorta ascendente e la tomografia computerizzata (TC) sono le tecniche di imaging più precise e affidabili per visualizzare la struttura dell’aorta e misurare la dimensione dell’aneurisma.
La TC, in particolare, con mdc, può fornire immagini dettagliate che aiutano il medico a pianificare un eventuale intervento chirurgico.
La cura dell’aneurisma dell’aorta toracica
Il trattamento dell’aneurisma dell’aorta toracica deve tenere conto di:
- dimensione;
- velocità di crescita dell’aneurisma;
- Presenza di patologia valvolare aortica e/o bicuspidia aortica;
- Caratteristiche del paziente (familiarità, ipertensione, collagenopatie, altezza e superficie corporea del paziente);
- Sintomi manifestati dal paziente.
Anche i fattori di rischio individuali, come la presenza di altre patologie cardiovascolari, influenzano la scelta terapeutica. In genere, il trattamento può variare dal semplice monitoraggio fino a interventi chirurgici più complessi, a seconda dell’indicazione chirurgica.
Monitoraggio attivo
Gli aneurismi di piccole dimensioni che non causano sintomi evidenti vengono spesso gestiti con un follow up. Questa modalità prevede controlli periodici per osservare eventuali variazioni di dimensioni, poiché un aneurisma stabile e di dimensioni ridotte presenta un rischio inferiore.
Durante il monitoraggio, è comune prescrivere farmaci per la gestione della pressione arteriosa, con l’obiettivo di ridurre al minimo il rischio di crescita dell’aneurisma e di mantenere stabili i valori pressori.
Terapia farmacologica
Nei pazienti che presentano ipertensione o altri fattori di rischio cardiovascolare, il medico può prescrivere farmaci specifici come:
- beta-bloccanti;
- statine;
- bloccanti del recettore dell'angiotensina (ARB).
Questi farmaci sono utili per ridurre la pressione sanguigna e alleggerire lo stress sulle pareti dell’aorta, rallentando così la progressione dell’aneurisma.
Aneurisma aorta toracica quando operare
Quando l’aneurisma supera i 5-5,5 cm di diametro nella maggior parte dei pazienti, o se cresce rapidamente e rappresenta un rischio aumentato di rottura, diventa necessario intervenire chirurgicamente. Sono disponibili due principali opzioni di intervento:
- sostituzione chirurgica del tratto di aorta aneurismatico;
- riparazione endovascolare (TEVAR).
La riparazione chirurgica prevede l’asportazione chirurgica del tratto di aorta aneurismatica e l’inserimento di un innesto sintetico indacron, per ristabilire un flusso sanguigno attraverso l’aorta. Il metodo richiede un’apertura del torace e una significativa degenza post-operatoria per permettere al paziente di riprendersi completamente;
La riparazione endovascolare (TEVAR), invece, è un approccio minimamente invasivo che consente l’inserimento di uno stent tramite un catetere, introdotto solitamente attraverso l’arteria femorale. Lo stent posizionato consente al sangue di fluire attraverso una struttura protetta, alleviando la pressione sulla parete aneurismatica.
Ogni caso di aneurisma dell’aorta toracica richiede una valutazione dettagliata da parte di un team multidisciplinare, che considera tutte le opzioni terapeutiche disponibili e seleziona il trattamento più sicuro ed efficace in base alla situazione clinica specifica del paziente.